Uccelli di Rovo
- Alfonso Calabrese
- 11 nov 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 13 nov 2023
Anche questa volta c'è tanto da raccontare ed il titolo del post, non proprio usuale, è stato deciso dopo pochi chilometri, quando un fantomatico uccello planerà sui nostri malcapitati bikers e affonderà i suoi affilati artigli sul povero Raimondo.
Ma andiamo con ordine e raccontiamo tutto dall'inizio. Il tempo incerto di questi giorni ha scoraggiato molti dei membri del team, ed alla partenza, sabato 11 novembre alla Vaccheria di San Leucio, sono solo in 3. Raimondo e Fabio sono gli intrepidi bikers che accettano la sfida lanciata da Alfonso.
Si parte dopo un caffè con "pasticciotto", diviso in porzioni direttamente proporzionali alla massa corporea: Alfonso e Raimondo 1/4 ciascuno e la restante metà per il famelico Fabio.
Alle 8.40 siamo in sella e procediamo subito su sterrato lungo il trail "panoramica", percorso oggi in senso opposto a quanto fatto nel passato.

Il fondo è umido, il sentiero è ben manutenuto, ma con tanti rami caduti e rovi presenti ai lati del percorso. Neanche dopo 10 minuti Alfonso cade miseramente, quasi da fermo, mentre cerca di saltare un ostacolo. Immediato è lo sfottò di Raimondo. Ma al povero Peppe di San Leucio va anche peggio: "Guido io il gruppo, voi siete troppo lenti", afferma il motivatissimo Peppe/Riamondo. In effetti oggi Raimondo sembra in grande forma e sfreccia tra le siepi. E' convinto che un ramo ad altezza del suo collo si fletta al suo passaggio. Il ramo però, a firma di arco che pende dalla sinistra, è irto di spine e gli si aggancia alla spalla destra. Diventa quindi una ghigliottina che Raimondo non riesce ad evitare e che gli procura profondi graffi sul mento e sul labbro superiore. Immediata e copiosa è la fuoriuscita di sangue, così come le risate degli amici che accorrono subito dopo.
Alfonso lo raggiunge e, senza interrompere la diretta video ("sono eventi che vanno testimoniati per le future generazioni", precisa il didascalico Direttore), gli passa l'occorrente per medicare le ferite. Alla fine il sangue si arresta e i danni sono molto meno preoccupanti di quanto sembrassero all'inizio.

Proseguiamo fino alla fine del trail, attraversando tratti boschivi dove siamo pervasi dalla fragranza dei funghi porcini. Ci immettiamo quindi sulla provinciale in direzione di Caserta Vecchia. Arriviamo al borgo medioevale dopo una ventina di minuti di salita e attraversiamo le sue antiche stradine fino alla piazza del campanile.
Il tempo di ascoltare le dissertazioni di Fabio sul contrasto temporale tra l'antico campanile ed una super moderna Tesla, parcheggiata all'ombra del medesimo. E poi il momento di Raimondo e del racconto del suo incidente con il ramo spinato. Raimondo spiega di aver percepito l'accaduto come l'attacco di un leggendario Uccello di Rovo, che piombato dal cielo con i suoi acuminati artigli, gli ha "stracciato" il volto. Il parallelo con Uccelli di Rovo non è del tutto campato in aria, notiamo infatti una qualche somiglianza di Raimondo con padre Ralf. Ad ogni modo, in onore dell'episodio, l'avventura di oggi prenderà il nome di Uccelli di Rovo (Il racconto di Raimondo e tutte le immagini sono disponibili nel video ufficiale sul nostro canale YouTube @bikeskinapoli, ndr).
Riprendiamo il tragitto e ci dirigiamo nuovamente fuori dal borgo e prendiamo un ripido trail in salita, per raggiungere la cima del vicino monte Baccalà.
Dura, durissima è la salita, prima su un fondo di cemento e poi su terreno, sassi e radici. Ma dopo più di mezzora di fatica arriviamo alla cima e percorriamo la cresta del monte godendo di un panorama magnifico.
Percorriamo il sentiero della cresta che alterna tratti in discesa a brevi riprese in salita. Ma i chilometri che seguiranno saranno di puro divertimento. Arriviamo fin troppo presto nuovamente all'asfalto. Qui ci aspetta un breve tratto in discesa fino al prossimo trail che percorrerà da sud a nord il monte Tifata, sul versante opposto a quello percorso all'andata, lungo la panoramica (quello dove l'Uccello di Rovo aveva attaccato Raimondo, ndr).
Ci lanciamo nella discesa e Fabio ci distanzia. Per il principio di inerzia va infatti ad una velocità folle, potendo contare su una quantità di moto doppia rispetto alla nostra (Per gli amanti della fisica, si ricorda che la "quantità di moto" di un oggetto in movimento è pari alla velocità per la sua massa … e non occorre aggiungere altro). Non conoscendo la traccia, Fabio salta la deviazione. Alfonso e Raimondo provano prima ad inseguirlo e poi a chiamarlo al cellulare. Ma nulla. Fabio arriverà in un battibaleno alle auto, perdendo il divertimento dell'ultimo trail.
Alfonso e Raimondo decidono comunque di buttarsi sullo sterrato e dopo poco più di mezzora raggiungono il biker, troppo "precox", Fabio, in attesa vicino alle auto.
E' mezzogiorno ed è il momento di smontare le bici e far rientro alla base. Grande giro anche oggi, con i soliti esilaranti imprevisti che rendono queste avventure un momento unico di sport e divertimento. Alla prossima, con il mitico gruppo Bike&Ski.




























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