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Toppa di Riviezzo

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 7 set 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

21km; 459md+; traccia; relive

Dopo il grande weekend dolomitico, breve ma intensa escursione sul versante est del Partenio. Presenti oggi Alfonso, Roberto ed il ritrovato Raimondo (in sella dopo più di un mese di pausa). Doveva essere un trail veloce, buono per la ripresa, ma non tutto è andato per il verso giusto. Ma partiamo dall'inizio.



Saliamo con l'impianto di Montevergine. Prendiamo la corsa delle 9.15. Visto l'orario e la temperatura già alta, non ci fermiamo al monastero e saliamo in sella sino al traforo. Già stanchi, soprattutto un fuori-forma Raimondo, scendiamo dal trail chalet, che anche oggi riserva emozioni ed adrenalina.



Arrivati al rifugio Forcelle, riusciamo a convincere un recalcitrante Raimondo e ci immettiamo sui 5 km su asfalto per raggiungere la cima Toppa di Riviezzo (1434 m slm) e la maestosa torre Telecom. La strada è lunga con una pendenza media del 5%. Alfonso e Ramondo salgono con ritmo compassato mentre Roberto, particolarmente brillante, non riesce a tenere a freno il suo ardore e continua a salire e poi ridiscendere per brevi tratti per mantenere il contatto visivo con i due affaticati bikers. Dopo quasi un'ora ecco la meta.

A destra del cancello parte un sentiero che dovrebbe riportarci al rifugio Forcelle. Il condizionale è d'obbligo in quanto nel passato nessuno tra noi ha mai provato questa linea di discesa. Vediamo spuntare dal sentiero alcuni escursionisti e chiediamo loro se il sentiero è fattibile in MTB. Con sguardo poco convinto, ci dicono che nel passato hanno visto qualche bici provare a scendere. Diamo anche noi un'occhiata ed il sentiero ci sembra, seppur stretto ed un po' esposto, fattibile. Abbandoniamo ogni esitazione e ci lanciamo nello sconosciuto single track.

Il sentiero ci riserva non poche difficoltà e siamo costretti in qualche punto a procedere a piedi. Ma anche scorci mozzafiato e passaggi tecnici tra radici e tronchi.


Incontriamo un lunghissimo gregge e ci fermiamo per paura dei cani. Attendiamo più di 5 minuti che l'enorme mole di animali passi sul tratto di sentiero che dovremmo percorrere in bici. Poi arriva il pastore con 6 cani, per nulla ostili e che vengono da noi per farsi accarezzare.



Arriviamo ad un bivio, dove un cartello indica a sinistra "Short Pylon MTB" ed a destra "Long Pylon MTB". Raimondo/Peppe del Partenio propende per lo Short. Il sempre analitico Alfonso, spalleggiato da Ironman Roberto, ritiene che il Long possa essere meno ripido e più divertente. Democraticamente (due contro uno) scegliamo il Long. Ma la scelta si rivelerà errata. Il trail, scavato su un terreno molto fresco, è estremamente scivoloso e Raimondo in pochi secondi viene scaraventato fuori e si ritrova a terra lungo un dirupo.


Proseguiamo e dopo pochi metri troviamo un biker, del gruppo Linea Bici di Avellino, intento a sistemare proprio una curva parabolica del Long. Ci spiega che il Long porta a Campo San Felice, mentre lo Short porta al rifugio Forcelle (la nostra tappa intermedia). Quindi anche questa volta Peppe del Partenio aveva visto giusto. Torniamo sui nostri passi e prendiamo lo Short che, dopo non poche difficoltà superate brillantemente dai nostri eroi di oggi, ci conduce all'asfalto percorso poco prima e poi al rifugio Forcelle.

Qui prendiamo come da programma di Alfonso un lungo sentiero su fondo lastricato, che con una pendenza negativa non inferiore al 15% ci conduce giù nell'abitato di Summonte. In realtà, a metà circa del percorso, Alfonso aveva previsto di prendere un nuovo sterrato che ci avrebbe portato ad Ospedaletto d'Alpinoro. Ma Roberto è indemoniato e salta la deviazione. A nulla servono le grida di Alfonso. Siamo quindi costretti a restare sul lastricato fino a Summonte. Qui sulla statale raggiungiamo Ospedaletto e poi Mercogliano e le auto.

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Stanchi ma felici di aver portato a termine senza troppi danni questa nuova avventura ci salutiamo e prendiamo la via di Napoli. Alla prossima avventura.




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