Dieci anni di avventure, la festa
- Alfonso Calabrese
- 13 lug
- Tempo di lettura: 6 min
Oggi è un giorno importante. Finalmente dopo numerosi tentativi, siamo riusciti a trovare una data dove un folto numero di bikers B&S potrà riunirsi in cima alla montagna tra le più esplorate in questi anni e celebrare degnamente il decimo compleanno del team Bike&Ski.
Nonostante la defezione dell’ultimo minuto di Francesco, stanco per le attività di alta cesellatura di minuterie in porcellana, ovvero la posa delle piastrelle a casa, oggi all’appuntamento delle 8.15 sono ben 7 gli atleti pronti a partire in quel di Mercogliano. In ordine di rapporto peso altezza: Fabio, Mario, Raimondo, Alfonso, Roberto, Andrea e Nicola. Dopo il giro i festeggiamenti continueranno in un vicino agriturismo, La Terrazza.
Tutti sono puntuali, anche perché il Direttore Alfonso aveva precisato “L’ultimo che arriva paga il caffè”. Ma non si parte in orario. Sia Alfonso, giunto alle 8 che Raimondo, arrivato alle 8.10, devono sostituire la camera d’aria. Le operazioni sono rapide ma per una manciata di secondi perdiamo la funicolare delle 8.30. Mestamente ci dirigiamo al vicino bar e consumiamo ottimi caffè e cornetti (offerti da Peppe del Partenio/Raimondo).
Oggi riabbracciamo dopo molti mesi Andrea, ancora dolorante alla caviglia, Nicola, che preferisce quasi sempre la BDC alla MTB e Fabio, sempre occupato (lui dice, ma non abbiamo conferme) in gare di canottaggio. Consumato il caffè, Il gruppo si dirige alla funicolare e senza non poche difficoltà incastra le sette biciclette nei tre vagoni. Sono le 9.00. Si parte.
Alfonso, per celebrare il grande evento, ha predisposto un giro che prevede 28 km e 750 metri di dislivello, con trail Chalet, Malopasso, Campo di Summonte, Campo San Giovanni, Campo Maggiore e Panoramica: insomma il meglio che il comprensorio del parco regionale del Partenio può offrire agli amanti delle MTB. Dettaglio tecnico/digitale: la traccia non è presente sul Garmin di Alfonso (errore di caricamento). Mario invece è ben attrezzato, ma questo non gli impedirà di perdersi. Roberto cerca invano di caricare la mappa sul suo Garmin, ma anche stavolta non riuscirà nell’intento.
Arrivati alla stazione di monte e scattato il primo selfie di gruppo, ci dirigiamo in salita alla prima vetta. Raimondo si posiziona, come di consueto, nella coda del gruppo e procede in modo compassato ma regolare. L’amico Alfonso lo attende e gli ricorda il programma di oggi. Il “si si” per nulla convinto di Raimondo alle cifre snocciolate da Alfonso è il preludio all’ennesima avventura che prenderà tutt’altra piega rispetto al piano iniziale.

Arrivati in cima, il gruppo si lancia nel fantastico trail “Chalet” e per poco non viene investito da un altro gruppo di bikers, che viaggia a più del triplo della loro velocità. Il solo Raimondo, sempre il più veloce in discesa, tiene il loro passo. Alfonso si diletta con le foto. Andrea, oltre alla caviglia dolorante deve fare i conti con una bici in pessime condizioni, con il freno anteriore praticamente inservibile. Nicola, lo stradista, getta il cuore oltre l’ostacolo ma nei tratti più ripidi si ferma e procede a piedi. Mario è contento: con il caldo di questi giorni sa che non incontrerà pozzanghere e che quindi la sua amata Trek resterà pulita e brillante. Roberto, oggi in versione “Enrico Ruggeri style” procede spedito, nonostante la sua testa sia altrove, riflettendo sui parametri del motore TQ e del fatto che, nonostante le dritte di Mario, la Cube di Alfonso va sempre al doppio della sua Trek. Ed infine Fabio che, al momento, è sicuro sul tracciato tecnico e fila via che è un piacere.
Completato il primo tratto, ci immettiamo in un secondo segmento per noi inedito, suggerito a Raimondo dai bikers super-veloci. Il nuovo tratto si dimostra molto bello ed un pelo più difficile del precedente. Ma all’arrivo non si registrano cadute (almeno per il momento). Ora occorre risalire al rifugio Chalet ed all’inizio del Malopasso. Arrivati al rifugio, scambiamo due parole con una coppia intenta alla preparazione del fuoco per il pranzo. E’ l’occasione per farci scattare un’altra foto di

Valutiamo l’orario. Siamo in ritardo di circa 45 minuti rispetto al programma di Alfonso (per la funicolare persa) e per il nuovo trail dopo lo Chalet. Raimondo caldeggia un cambio, che prevede di non scendere a Summonte e San Giovanni e poi risalire, ma di salire subito verso Campo Maggiore. Roberto si oppone. Il Presidente è pieno di energie (e bici elettrica o come ribattezzata da Alfonso, "muscolare appesantita") e vuole completare il tracciato iniziale. Gli altri non si schierano ed attendono la decisione. Come sempre alla fine la mediazione viene trovata. Ovvero il piano viene rivisto con salita verso Campo Maggiore, ma qui effettueremo dei loop in sentieri secondari, per mantenere la lunghezza totale del tracciato. Tutti contenti riprendiamo la salita.
Arrivati a Campo Maggiore, tagliamo lungo il centro, sfioriamo qualche cane a guardia delle greggi ed arriviamo nel limite Sud. Qui, secondo il nuovo piano dovremmo raggiungere un pianoro secondario. Raimondo, che con Alfonso lo ha percorso qualche mese fa, conduce con fiducia il gruppo. Altri selfie del motivatissimo Andrea (si percepisce che la MTB gli sia mancata). Mario sempre sorridente nell’arida savana.
“Raimo’ ma dovevamo girare prima”. “Alfo’, seguimi è di qui.” “Raimo’ ma sei sicuro?”. “Si si. Tranquillo.”. Arrivati al limite Sud, del pianoro secondario neanche l’ombra. Effettuiamo un anello attorno ad un vecchio albergo abbandonato e torniamo a Campo Maggiore. Qui Alfonso propone di proseguire lungo l’asfalto sino all’estremità Nord e poi prendere il sentiero secondario da lì.
Stavolta il piano si dimostra solido e il team percorre altri fantastici saliscendi fino ad un punto super panoramico. Qui valanga di foto.

E’ il momento di tornare. Ripercorriamo a ritroso l’ultimo segmento fino all’estremità Nord, e poi ci lanciamo sul tratto di raccordo che ci conduce al trail Panoramica. Il team si sfilaccia e in testa corrono sicuri Fabio, Andrea (forse al loro primo giro in questo tratto), condotti da Mario con traccia al seguito. Arrivati all’unico bivio, dove per la Panoramica occorre proseguire dritto, prendono decisi la ripida discesa sulla destra (che porta a Bosco Cupone ndr). Roberto arriva poco dopo, ma al bivio non si fida e aspetta gli altri. Poi Nic e quindi Raimondo, che con Alfonso ha percorso questo tratto decine e decine di volte. Il prudente Alfonso è l’ultimo ad arrivare, lungo questo tratto molto scassato e pieno di insidie. “Avete sbagliatooooo, tornate indietroooo” urlano i 4 agli amici poco avveduti. Fortunatamente la distanza non è eccessiva e dopo pochi minuti vediamo spuntare prima un pimpante Andrea, poi un affaticato Fabio ed infine Mario, che preso dallo sconforto cade rovinosamente a pochi metri dal bivio.

Ritrovata l’unità, ci lanciamo sul lunghissimo trail Panoramica, un budello tutto in discesa, pieno di pietre, rami spezzati, alberi caduti, rovi e piante urticante. Una delizia!
Qui si registra la caduta di Raimondo (lui dice quasi da fermo) e poi quella più spettacolare di Fabio. La bici del nostro canottiere si impunta su una roccia e Fabio cade rovinosamente su delle piante piene di palline spinose, che penetrano sotto la maglietta del povero biker. Uno striptease è d’obbligo per rimuovere tutti i corpi estranei e poi si riparte. Ancora un paio di chilometri di sterrato ed alte foto e poi arriviamo alla strada verso Mercogliano.


Arrivati alla strada, Alfonso prega tutti di rimanere alle sue spalle perché a metà della discesa dovranno deviare su un nuovo sterrato. L’indisciplinato Fabio, forse ancora sotto shock per la caduta, supera Alfonso e si fionda a tutta velocità. Ovviamente non vede la deviazione e prosegue dritto. A questo punto siamo costretti a cambiare nuovamente piano ed a raggiungere Mercogliano lungo la strada.
Qui ci disperdiamo ed in coda Alfonso ha l’ultimo imprevisto di giornata. La ruota posteriore si sgonfia gradualmente (ennesima foratura) e rende la discesa alquanto complessa e piena di sbandate. Poco prima dell’arrivo è costretto a fermarsi ed a rigonfiare la ruota. Arriverà comunque sano e salvo al parcheggio dove gli altri si domandavano già dove fosse.
Smontate le bici e, dopo un veloce cambio di look, siamo pronti per raggiungere il ristorante. Qui dopo qualche problema di parcheggio prendiamo possesso del nostro tavolo ed iniziamo un luculliano pranzo. Antipasti misti (affettati, formaggi, verdure grigliate), primo (con speck, tartufo) e grigliata mista con patate al forno. Il tutto con un vinello rosso della casa servito gelato.
Qui il Direttore "officia" la celebrazione dei dieci anni, dando lettura della classifica dei Bikers (basata su numero di avventure, chilometri percorsi e dislivello) e del profilo dei bikers presenti. Una copia del libro “Bike&Ski Dieci Anni di Avventure”, scritto dallo stesso Alfonso per la parte Bike e da Roberto, per la parte Ski, viene consegnata ad ogni biker presente, E una copia sarà consegnata ad ogni componente del team assente oggi, nei prossimi giorni/settimane/mesi/anni (a seconda di quando si faranno rivedere in sella).
Tralasciando i commenti e le esternazioni dovuti al vino, ricordiamo soltanto un “scusate ma chi è Francesco De Angelis?”, pronunciato da Mario quando Alfonso legge la classifica e dove l’Atomico Francesco si piazza al X posto. La risata generale dura almeno 2 minuti ed è contagiosa al punto che, da un tavolo vicino, un signore si alza e ci fa i complimenti per il nostro gruppo e ci scatta una foto.
Dopo il caffè è il momento di salutarci. Il secondo decennio è già iniziato e le premesse per un volume due ci sono tutte. Continuate a seguirci. Alla prossima avventura.











































































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