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Teano Big Bench

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 1 mar
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 17 mar

20km; 540md+; traccia; relive; video

Il primo weekend di marzo si annuncia freddo e con alta probabilità di pioggia. Ma la motivazione è alta e all'appuntamento di oggi, fissato il quel di Teano, sono in 5 a presentarsi in perfetto orario. In ordine di arrivo nella città del celeberrimo incontro, abbiamo: "Electric" Mario, "il Direttore" Alfonso, "Peppe di Teano" Raimondo, "Doc" Nicola e "l'Atomico" Francesco. Al team si aggiungerà "Chef" Gianluca, collega di Francesco e nativo di Teano. Vedremo che la presenza di una guida locale, non impedirà al gruppo di perdersi nelle campagne dell'alto casertano. Ma andiamo con ordine.



Come accennato, oggi il team celebra il ritorno di Nicola, che dopo un susseguirsi infinito di alibi più o meno credibili ("convegno", "uscita in famiglia", "reperibilità", "febbre", "dolore alle sopracciglia", "devo andare dal barbiere", ...) è nuovamente con noi in sella. Per la cronaca, l'ultima partecipazione del nostro "Doc" risale al lontano 17 febbraio 2024. Ma Nicola è in perfetta forma e anche oggi sarà (come lo è sempre stato) uno dei battistrada.


Alle 8.50 siamo pronti per iniziare il giro che il "Direttore" ha confezionato sulla base di precedenti uscite, dando alla luce un anello di 28km con passaggio su molti punti di interesse storico, quali l'antico teatro romano, la strada Adrianea, e vari tratti della via Francigena. I lettori di questo blog non avranno difficoltà ad intuire che anche oggi il piano sarà del tutto stravolto.


"Ragazzi oggi con noi viene un collega, che è nativo di Teano. Ci raggiungerà lungo la strada". E' Francesco ad informarci che al team si aggiungerà Gianluca, che infatti ci raggiunge al secondo stop. Il team infatti si ferma al primo bar per l'iconico caffè di inizio giro (stavolta offerto dal figliol prodigo Nicola) e poi si dirige verso lo splendido e ben restaurato teatro romano.



L'edificio venne costruito alla fine II secolo a.C. in blocchi di tufo, e si tratta del più antico teatro d'Italia interamente sostenuto da muri radiali e volte rampanti.

Stretta la mano a Gianluca e fatte le consuete foto, ci rimettiamo in sella in direzione Nord verso Casamostra (una delle 23 frazioni di Teano). Proseguiamo in leggera salita su pavé fino ad imboccare la spettacolare via Adrianea, tutta pavimentata in basoli risalenti al 160 d.C.



Il fondo pur non troppo irregolare, in alcuni tratti diventa molto ripido e per chi non è motorizzato o non ha gambe bel allenate, è necessario proseguire a piedi.

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Completata la via Adrianea, ci reimmettiamo su asfalto. La traccia prevede di proseguire su strada sino a Casamostra e poi a Casi. Qui è previsto di lasciare la strada ed immettersi nei castagneti fino alle porte di Roccamonfina. Ma il piano viene modificato. "La conoscete la Big Bench ?", chiede Gianluca ai componenti del team B&S, già con il fiatone. Silenzio. "No, non credo", alla fine si sbilancia Alfonso, l'esperto topografo del gruppo. "Abbiamo percorso molti dei sentieri tra Teano e Roccamonfina, ma questa Big Bench non mi sembra di averla mai vista".

Si decide quindi di seguire Gianluca, che dopo 500 metri di salita su strada ci fa imboccare un nuovo sentiero sulla sinistra. Si sale e Gianluca ci mostra il punto di scollinamento, lassù in alto tra due montagne. Testa bassa e pedalare, non ci resta che salire metro dopo metro, in attesa di vedere questa famosa "panchinona".



Siamo su un tratto della via Francigena. Mentre Gianluca mostra la direzione e Mario, Francesco e Nicola proseguono sicuri, è "Peppe di Teano" il primo a ricordare che questo sentiero lo abbiamo fatto più e più volte ma in senso contrario. "Alfo', ti ricordi ... questo è il tratto che facciamo quando saliamo da Cappelle". "Raimo' non mi sembra". Risponde un perplesso Alfonso. Poi però anche "il Direttore" ricorda alcuni tratti con il basolato. Ora il dubbio è "ma come mai non abbiamo mai visto 'sta Big Bench ?". Alla fine arriviamo all'istallazione futuristica ed il mistero è svelato. La "grande panchina" è stata istallata recentemente, il 12 Maggio del 2024.



Dopo le doverose foto ad una delle 400 panchine realizzate tra Italia ed Europa, ci rimettiamo in sella. La prossima meta è la frazione di Casafredda, qui si deciderà se riprendere la traccia verso Roccamonfina o invertire la rotta verso Teano.

Seguendo Gianluca continuiamo il sentiero che ora è più pianeggiante. La via è presente anche sul Garmin di Alfonso e ci conduce in direzione della strada. Ma ecco l'inghippo. Il sentiero si tuffa in un torrente. Gianluca propone una deviazione nei campi, lungo una direzione non tracciata sul Garmin. Non avendo alternative valide cominciamo a vagare tra i campi, alla ricerca di una nuova via. Oltre ad esserci persi nei campi, subentra anche un problema tecnico alla bici di Raimondo. Il cambio non va. Il rapporto più leggero (essenziale in questi tratti in forte pendenza) non si innesta. la catena continua a scappare sui rapporti più duri. Dopo un consulto tra i meccanici del gruppo, Mario e Francesco e grazie ai "ferri" del previdente Direttore, vengono effettuate almeno 15 regolazioni alle viti di accostamento e il problema viene, se non risolto, almeno tamponato.



Intanto dopo mezzora tra i campi ritroviamo una via e finalmente torniamo su asfalto. Siamo stanchi e il cielo si fa minaccioso (la pioggia è attesa per le 13). Decidiamo di non proseguire per Roccamonfina e Gianluca ci indica un sentiero sterrato per far ritorno a Teano.


Finalmente inizia il divertimento. Saranno 4 chilometri di puro godimento, nonostante il fondo scivoloso e le tante pozzanghere. Il ritmo è frenetico fino alle porte di Teano.



Arrivati alle porte di Teano, indenni ad infangati, decidiamo di fermarci per le ultime foto al Convento di Sant'Antonio e poi ripartiamo in direzione delle auto.



Le bici sono troppo infangate per poterle caricare in auto. Con il valido supporto di Gianluca arriviamo ad un lavaggio auto. Qui si dimostrano super gentili e disponibili. In pochi minuti le bici sono lavate e la proprietaria insiste di non voler nulla per il disturbo. Dopo aver caldamente ringraziato la signora per la cortesia, sotto le prime gocce di pioggia, ci rimettiamo in sella e in 5 minuti siamo alle auto. Il tempo di smontare le bici e di cambiarci d'abito e viene giù una bella pioggia. Ma oramai siamo al calduccio nelle auto in viaggio per Napoli. Grande giro su una "grande panchina". Alla prossima avventura.



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