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Lo schiopt di Durazzano

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 18 mar 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 22 mar 2023

29,5km; 630md6+: traccia; relive; video


I molti impegni lavorativi hanno fatto sì che solo alla vigilia del weekend nella chat ufficiale del team Bike&Ski si incominciasse a discutere della nuova escursione. Il là lo da come al solito Alfonso che propone l'anello di Durazzano, un giro classico, che prevede un suggestivo passaggio ai piedi delle torri eoliche che dominano la valle di Maddaloni.

La proposta viene accettata dopo qualche ritrosia di Raimondo, che nota sul profilo altimetrico alcuni tratti rossi (ovvero con pendenze superiori al 10%). Alfonso però è sicuro che questa volta il giro è fattibile in ogni suo segmento, avendo percorso questa traccia in molte occasioni passate. In serata siamo tutti d'accordo e Raimondo, Francesco e Mario confermano la loro partecipazione.

Ci ritroviamo al Bar del Monaco, storico ritrovo poco prima della svolta per Maddaloni. Dopo un caffè e cornetto (metà a testa, come da tradizione) ci rechiamo alla partenza del giro, in via Cupa Grande.

Scarichiamo le bici e anche stavolta a Raimondo tocca cambiare la camera d'aria. Un'ennesima spina, rimediata nel giro precedente a Pontelatone, ha infatti deciso di benedire solo la bici di Raimondo. Ma ormai il nostro esimio primario è diventato un asso, anche in questo tipo di operazioni.

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La giornata è soleggiata ma alla partenza la temperatura è ancora molto bassa. Ci vestiamo quindi in tenuta invernale e partiamo alle 8.50. Dopo neanche mezzora, complice la dura salita ed il sole, che comincia a farsi sentire, togliamo gli strati più pesanti. Da notare uno "sexy" striptease del mitico Francesco, che con fare suadente si sfila i gambali in una scena degna di "9 settimane e mezzo", o per i lettori più giovani, "50 sfumature di grigio". Delirio !

Dopo esserci misurati con una durissima salita, al chilometro 9,5 scolliniamo e iniziamo una breve discesa prima di immettici sulla strada che ci porterà al parco eolico. Francesco ci propone di svoltare in una stradina che secondo i suoi ricordi dovrebbe tagliare e risparmiarci un po' della successiva salita. Come ormai tutti ben sapete la parola taglio è sempre foriera di disguidi e complicazioni. Raimondo e Mario non vorrebbero abbandonare la traccia. "Hua' miracolo !", mormora tra se e se Alfonso, incredulo dell'attitudine conservatrice quest'oggi mostrata dai compagni, nel passato sempre rivoluzionari ( e lo saranno nuovamente di qui a poco). Ma Francesco insiste e alla fine decidiamo di tagliare. La strada si insinua in un boschetto e come previsto da Francesco ci reimmettiamo, dopo 800 metri, sulla strada per Durazzano. Raimondo e Mario incassano il colpo e non sarà l'unico di oggi.

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Terminata la variante "De Angelis" torniamo sulla traccia. Siamo ora nuovamente su una stradina asfaltata e torniamo a salire, con pendenze variabili tra il 5% ed il 15%.

Poi cominciamo a scorgere in lontananza le pale eoliche del parco. Non siamo ancora in vetta ma cominciamo e vedere la fine della lunga salita.

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Arriviamo ai piedi della pale eoliche al chilometro 14. Ci godiamo lo spettacolo dei maestosi piloni, accompagnato dal fruscio regolare delle pale che tagliano come enormi mannaie il cielo azzurro. Sul fruscio, "vruum vruum vruum ...", lo sciupafemmine Francesco ci racconta di un episodio che lo ha visto protagonista e del quale però omettiamo altri particolari, essendo questo post rivolto ad un pubblico di fascia protetta. I più curiosi possono contattare direttamente il biker pomiglianese.

Dopo una meritata pausa, con barrette, frutta secca ed abbondante acqua, ci rimettiamo in sella per affrontare il tratto più spettacolare della giornata, ovvero il sentiero della cresta. Percorrere un sentiero di cresta infatti è sempre adrenalinico, avendo la visione dei burroni sia alla nostra destra che alla nostra sinistra.

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Dopo un primo tratto in piano, il sentiero inizia a scendere con pendenze via via più ripide. Il fondo è di terreno battuto con la presenza di molte pietre ad ostacolare e rendere la nostra discesa più avvincente.

E' proprio a causa di una di queste pietre o forse di un ramo secco, che avviene la prima (ed unica) caduta del giro di oggi. Il protagonista è Francesco che in una frazione di secondo si ritrova a gambe all'aria. I suo compagni "seriamente" preoccupati (tra una risata e l'altra) gli domandano "ue France' .. che stat' ?". Francesco, che si era prontamente alzato, dopo aver ripreso fiato risponde:" tutt'apposto ragazzi, sono caduto a causa di uno ... schiopt ! ". "ue' France' e che r'è nu schiopt ?", si domanda con aria corrucciata ed incuriosita il pimpante Raimondo, a cui fa eco subito il pacato e-Mario "schiopt e che vu ricere schiopt ?". Francesco dettaglia meglio il suo pensiero, spiegando che ha sentito un rumore sordo dello sterzo che si girava sulla forcella, come un ramo secco che si spezzava, insomma quello di uno schiocco, "uaglio' nu schiopt, non avete mai sentito nu schiopt ?". A questo punto non ci tratteniamo più e tutti e 4 passiamo buoni 2 minuti a ridere. Alfonso annuncia che il giro di oggi sarà ricordato come il giro dello schiopt. Qui di seguito la foto presa poco dopo esserci ripresi dalle risate. (per ogni altro dettaglio sullo schiopt potete gustarvi i dialoghi surreali, al minuto 10 del video dell'evento di oggi).

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Riprendiamo la discesa ed arriviamo in un terrazzamento di ulivi. Ancora foto. Qui di seguito il Direttore Alfonso con schiopt-Francesco.

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Dopo aver percorso poche decine di metri tra gli ulivi, la traccia ci indica di piegare a sinistra. Qui dobbiamo annotare il tentativo di ammutinamento di e-Mario, sempre spalleggiato da Raimondo, che invece vuole proseguire dritto. "Alfo' io mi ricordo che dobbiamo andare di qui e non girare". Alfonso, non sente ragioni e con Francesco imbocca la deviazione a sinistra. Raimondo non si muove e vuole assolutamente che Alfonso cambi idea. Ma mai come questa volta Alfonso è sicuro: "ragazzi non cominciamo ancora una volta a discutere sulla traccia. E' di qua, sono sicuro. Se mi sbaglio vi offro il pranzo, Ok ?". Non conviti, ma sorpresi della tenacia di Alfonso, i due cumparielli e-Mario e Raimondo/Peppe si decidono e svoltano a sinistra. Dopo circa 200 metri ogni residuo dubbio è fugato. Siamo pienamente in traccia. Alfonso prova a riscuotere i proventi della scommessa "allora ragazzi che mi offrite ?". Ma il tentativo è del tutto vano. Sia e-Mario che Raimondo asseriscono di avere ragione anche loro, forse provando nelle loro menti ad elaborare un teoria basata su un ipotetico effetto relativistico della curvatura dell'orizzonte. Ad ogni modo, come asserito da Alfonso, "ragazzi non vi intestardite, la traccia è 'na sentenza!".

Si arriva quindi ad un lungo sentiero che ci fa tagliare la collina in senso longitudinale, ovvero percorrere un sentiero parallelo al sentiero della cresta, ma in senso inverso e ad una quota molto più bassa.

Arriviamo quindi sulla strada pedonale che ci porterà dopo 3 km allo splendido e imponente acquedotto carolino, realizzato da Luigi Vanvitelli su commissione di Carlo III di Borbone, per alimentare le cascate dei giardini della vicina reggia di Caserta.

Siamo oramai a fine giro. Un paio di chilometri ancora sulla statale di Maddaloni e siamo nuovamente alle auto. Sosta rapida per acquisto di carciofi arrostiti (tutti) e di mozzarella (solo Alfonso) e ci mettiamo in viaggio per le nostre case.


Tra cadute, schiopt, appicci sulla traccia, lunghe salite e panorami mozzafiato ancora una volta archiviamo una stupenda mattinata di sport e divertimento. Alla prossima.




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