Lettere e trail O'Chianiell
- Alfonso Calabrese
- 25 feb 2023
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 28 feb 2023
Per questo ultimo weekend di febbraio decidiamo di andare alla scoperta di un nuovo trail, che parte sopra il castello di Lettere e, dopo aver percorso parte di una delle creste dei monti Lattari, discende poi verso Angri.
L'idea viene ad Alfonso che visualizzando i trail sul portale KOMOOT si lascia tentare da un giro fatto pochi giorni fa da un biker campano e con degli scorci molto panoramici.
Con un po' di "taglia e cuci" elabora un percorso di 28km e 1000m di dislivello. L'algoritmo di A.I. di KOMOOT valuta il percorso "Difficile, solo per esperti", ma Alfonso non si lascia intimorire e convince via via tutti il team ad unirsi per questa nuova avventura.
Se si analizza il percorso finale (qui sotto riportato), i lettori più attenti si renderanno conto che ancora una volta il piano è stato stravolto ed il giro accorciato. Aggiungiamo che solo "grazie" ad un'intuizione del nostro Raimondo, unito alle indicazioni di Catello, un boscaiolo incrociato in piena montagna, riusciremo ad arrivare alle auto sani e salvi, nel primo pomeriggio.
Ma andiamo con ordine e partiamo dal principio. Per impegni di lavoro del nostro Peppe di Lettere/Raimondo partiamo tardi. Alle 9.40 lasciamo le auto alle porte di Angri (Sant'Egidio del monte Albino, per la precisione) e partiamo alla volta di Lettere. Oggi in ordine alfabetico sono dell'avventura: Alfonso "il Direttore", Andrea "king of turtles", Francesco "L'atomico", e-Mario, Raimondo "Peppe di Lettere" e Roberto "Ironman".
Dopo circa 5 km di piano su asfalto ed una sosta al bar, svoltiamo verso la montagna ed iniziamo a salire verso Lettere. Il profilo altimetrico sopra riportato non rende l'idea del muro che in alcuni tratti si staglia davanti ai nostri bikers. Le pendenze sono bel oltre il 15% e le auto faticano a salire anche in prima. Vediamo sulle nostre teste il castello di Lettere, ma prima di giungervi occorre fermarci molte volte per riprendere fiato.
Dopo avere apostrofato in malo modo il Direttore, reo di aver scelto le strade più ripide, alla spicciolata tutti i bikers arrivano al castello poco prima delle 11. Il primo a giungere al castello è l'Atomico Francesco, oggi particolarmente in forma, seguito da Ironman Roberto e King Andrea. Peppe con tutta calma pedala, cercando di convincere Alfonso che era più opportuno salire da Gragnano. L'idea di Peppe/Raimondo come al solito non era malvagia, il problema che questi preziosi input arrivano sempre quando siamo già in sella e non durante la progettazione del giro.
Ad ogni modo il team conquista il castello di Lettere, costruito nel X secolo dagli Amalfitani, come punto di difesa sul versante est dei monti Lattari. La struttura fu poi ampliata e fortificata in epoca Normanna e fu edificata, a pochi metri, una cattedrale di stile romanico. Il guardiano del castello ci consente di entrare ai piedi delle mura di cinta per scattare qualche foto. Qui troviamo un gruppo di bikers stradisti: il mondo del ciclismo è piccolo e sia Francesco che Roberto ritrovano con stupore amici, da tempo persi di vista. La location merita una valanga di foto e seflie a cui nessuno si sottrae. Mario cerca di convincere il guardiano ad entrare all'interno e fare qualche foto sul versante nord, ma alla richiesta di un "esoso" biglietto di ingresso di 5€, desiste immediatamente da ogni intento foto-culturale.
Dopo la sosta al castello, vista la stanchezza accumulata durante la scalata e l'orario, sono già le 11:30, decidiamo di accorciare il giro e non raggiungere il fontanile. Mario e Alfonso, consultate le loro mappe, trovano una strada che taglia e che ci dovrebbe riportare sulla traccia nella seconda parte, dove ci aspettano i boschi ed una lunga discesa fino ad Angri.
Tutti in sella e si riparte. La strada è sempre in salita, con pendenze sempre forti e quasi disumane. Percorriamo questo taglio per circa 3km e le poche energie residue sono quasi del tutto prosciugate. Nell'ultimo strappo sia Raimondo che Alfonso scendono e trascinano la bici.
La fatica è però ripagata dallo stupendo panorama sul Vesuvio e sul castello che ora scorgiamo dall'alto a guisa di droni umani. Alla fine della salita incontriamo due cavalli da soma, carichi di tronchi ed un boscaiolo, Catello, che ci da indicazioni sul percorso.


Siamo alla fine dell'asfalto, ora inizia lo sterrato. Ci sono due sentieri, uno che scende l'altro che sale leggermente. Secondo il piano iniziale noi dobbiamo raggiungere la "casa rossa" e Catello ci spiega che conviene prendere il sentiero che scende e poi seguire la mulattiera fino ad un altipiano che poi ci porterà alla casa rossa e poi giù a valle.
Decidiamo di prenderci altri 10 minuti di pausa e mangiamo barrette e bustine di zucchero per tornare ad avere un minimo di energie per il prosieguo. Ci lanciamo sulla discesa ... ma il divertimento dura pochi secondi: il sentiero è pieno di tratti impraticabili e siamo costretti a proseguire a spinta per almeno un chilometro. Omettiamo nuovamente i coloriti commenti di tutti all'indirizzo di Alfonso, reo stavolta di aver scelto un sentiero non pedalabile, dopo una salita da gran premio della montagna.
Ci fermiamo nuovamente e ci spostiamo a piedi, uscendo dalla traccia, in un punto molto panoramico per un nuovo selfie.

Qui però commettiamo l'errore più grande. Decidiamo infatti di proseguire lungo questo sentiero, mentre la nostra traccia ci indicava di piegare verso destra. Ora il sentiero è pedalabile e percorriamo in velocita alcuna centinaia di metri. Qui incontriamo nuovamente Catello il boscaiolo con i suoi 2 cavalli da soma: "E che ci facite ca' ?" esordisce Catello. "o' sentiero per la casa rossa e cchiu sopra". Catello infatti ci dice che non dovevamo prendere il sentiero in discesa, ma proseguire e, dopo poche decine di metri, avremmo trovato il sentiero pianeggiante fino alla casa rossa.
Di tornare indietro (in salita) non se ne parla. Peppe di Lettere prende il comando e chiede a Catello lumi sul sentiero più a valle. "Qui se scenne po' Chianiell' fino o' Prate Verde. O' cunuscite o' prate verde ?". Nessuno osa rispondere. "Vabbuo' iate sempre dritto .. poi quanne arrivate o 'ncment, trovate na quercia girate a destra. Nun iate diritte, si no trovate nu canciell alto e nun putite passà". Fatto tesoro di queste precise indicazioni, ci rimettiamo in sella e percorriamo questo trail "O' Chianiell" che si rivela divertentissimo, veloce, con tante chicanes e cambi di pendenza. Insomma un trail spettacolare.
Arriviamo poi ad uno spiazzo con una casa in pietra ed un crocifisso, meta di molti ragazzi che lo raggiungono a piedi dai paesi ai piedi della montagna. L'aria ha un vago sentore di fumo da cannabis e capiamo il perché le varie coppiette sedute sui prati hanno espressioni perse nel vuoto. Dopo aver chiesto ad un ragazzo, uno dei più lucidi, di scattarci una foto, proseguiamo.
Dopo scarsi 500 metri di sterrato arriviamo alla strada che dopo qualche tornante ci conduce ad un cancello, ovvero all'ingresso/uscita di questo parco. Il cancello è chiuso e ci sono degli stretti tornelli per i pedoni. Le nostre bici non passano. Siamo costretti ad arrampicarci e a passarcele una ad una sopra il cancello. Le bici vengono passate con buon ritmo. e-Mario, per paura di danneggiare la sua bici, il cui costo supera quella di una auto utilitaria, è il solo a smontarla e poi rimontarla una volta superato l'ostacolo. Per vendicarsi del giro, tutt'altro che agevole, gli "amici" Francesco, Andrea e Raimondo nel passare la bici di Alfonso la fanno sbattere più volte sul cancello, con le urla di quest'ultimo, che saranno arrivate sicuramente alle orecchie di Catello, ancora su in piena montagna.

Dopo ulteriori 3 km di asfalto siamo nuovamente alle auto. Per oggi occorre dire grazie a Raimondo che, con il suo taglio, ci ha regalato un giro pieno di fatiche, inside ma tanto tanto divertimento.
Alla prossima avventura con il team bike&ski.














































































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