La foresta di Roccarainola
- Alfonso Calabrese
- 1 giu 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Per la festa della Repubblica occorreva un trail speciale, un territorio inesplorato e che aprisse i nostri orizzonti ciclistici verso nuove avventura. Dopo attenta ricerca la scelta cade sulle alture di Roccarainola (Na) ove si sviluppa una riserva all'interno di una fitta foresta. La traccia sviluppata da Alfonso è di 28 km e quasi mille metri di ascesa.

Il piano prevede di lasciare le auto nel centro abitato di Roccarainola ed in sella percorrere la lunga salita fino all'inizio del parco, attraversarlo e ridiscendere sul versante Sud-Est lungo una pietraia sino alle auto. Siamo in 4 (Alf, Rai, Fabio e Roby), con 3 auto.
Durante il viaggio Alfonso lancia l'idea: evitare la lunga salita, lasciare un'auto a valle e salire con le altre due, e le 4 bici, sino all'inizio della riserva. L'auto a valle servirà per recuperare le altre due una volta finito il giro. La proposta viene discussa in primis con Raimondo, in auto con Alfonso. Occorrerà che il Direttore Tecnico spieghi 4 volte il piano, prima che il buon Raimondo comprenda la dinamica dell'auto a valle. Finalmente la cosa viene approvata e alle 8.40 siamo a Roccarainola, dove Fabio scarica in tutta fretta la sua bici e la sistema nell'auto di Roberto. Lasciata l'auto proseguiamo per una decina di chilometri verso monte e dopo aver sbagliato strada almeno 4 volte (Alfonso alla guida e Raimondo come navigatore sono una coppia imbattibile ed esilarante) siamo finalmente all'ingresso del parco. Bici a terra e ... il buon Fabio si rende conto di aver lasciato nella sua auto il perno di fissaggio della ruota posteriore !
Dopo essere stato abbondantemente "perculato" dagli amici, Fabio salta nell'auto di Alfonso che lo accompagna di nuovo a valle a prendere il perno. Dopo 30 min siamo in sella per iniziare l'avventura.

Il percorso parte subito in forte pendenza, ma regolare ed all'ombra dei lecci. La lunga salita è quindi impegnativa ma piacevole.

Durante la salita incontriamo altri bikers ed in particolare il simpatico Sandro che si unisce a noi alla ricerca della fantomatica Fossa della Neve, un laghetto dove nel passato veniva stipata la neve invernale, stratificandola con paglia. In questo modo veniva creata una riserva di ghiaccio per i mesi estivi, per uso alimentare e di conservazione.
Seguiamo la traccia e dopo quasi un'ora di salita ci fermiamo in uno spiazzo, proprio dove parte un ripido sentiero, indicato da un cartello (semidistrutto ma ancora leggibile) come il sentiero della fossa.

A questo punto facciamo il bilancio delle energie residue, guardando con volto titubante la forte inclinazione positiva del sentiero per la fossa. All'unanimità e senza esitazione alcuna decidiamo di lasciare la Fossa per la prossima volta e di proseguire verso la discesa. Salutiamo Sandro che decide di tornare indietro e affrontiamo l'ultimo tratto di salita.
Dopo un paio di esitazioni e di errori, troviamo il sentiero in discesa aldilà di un basso cancello, posto per impedire alle mandrie al pascolo di avvicinarsi ad un quadro elettrico.
Iniziamo quindi una lunghissima discesa, inizialmente all'ombra ed al fresco del bosco della riserva. Lungo la discesa incontriamo mucche e vitelli ed è un arduo compito lo zig-zag tra le loro deiezioni.



La discesa prosegue poi lungo una bianca e ripida pietraia, riarsa dal sole e macchiata dal verde e dal giallo delle ginestre. Il Vesuvio in lontananza è come sempre la nostra stella polare, che ci indica la strada del rientro.






Arrivati a valle, siamo ai piedi del castello di Avella e decidiamo di risalire per aggiungere anche questo "set" al bel film della giornata.


Alla prossima avventura !


















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