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L'albero della speranza

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 8 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 apr

30,8km; 640md+; video; traccia; relive



In un sabato di Marzo fresco e nuvoloso Alfonso, Francesco e Raimondo si ritrovano a Mondragone per la loro nuova attesissima avventura in mountain bike. Li attendono le cime di Monte Massico e il leggendario sentiero "L'Albero della Speranza".



Dopo aver girovagato per Mondragone alla ricerca di una bar, i 3 eroi di oggi si fermano al celebre bar Lisita, dove prendono un buon caffè e soprattutto prenotano dei dolci da portare a casa per la festa di tutte le donne a fine giro.



Il primo tratto è un veloce sentiero sterrato che costeggia la strada Domiziana, conducendoli fino a Piedimonte. La pedalata è fluida e scorrevole, con il vento che sferza i volti dei tre amici.



Ma la vera sfida si presenta non appena iniziano la dura salita lungo il sentiero "L'Albero della Speranza". Anche oggi, come nel giro di una settimana fa a Teano, Raimondo si lamenta di problemi al cambio. Francesco analizza nuovamente il problema, trovando che incredibilmente il perno della ruota è svitato. Stretto il perno, il problema è risolto.



Man mano che la salita si fa più ripida, Raimondo e Francesco sono costretti a scendere dalle loro biciclette e proseguire a piedi. Nonostante la fatica, il panorama mozzafiato della costa fino a Gaeta li ripaga di ogni sforzo. Francesco, con orgoglio, indica la sagoma sferica della centrale nucleare del Garigliano, dove lavora.


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Poco dopo, è Alfonso a scoprire che il perno della ruota posteriore della sua bici è allentato. Mentre il sentiero si restringe e diventa pieno di sassi, i tre amici procedono con cautela. Il sentiero, largo solo 40 centimetri, è esposto su un burrone lato nord-ovest, costringendoli a proseguire a piedi. La vegetazione diventa sempre più fitta, rendendo la progressione ancor più complicata.



Dopo aver superato il tratto esposto, si ritrovano in un bosco pieno di alberi caduti. Continuano a camminare, incerti su quando la salita terminerà. Finalmente, arrivano a un bivio. La traccia indica un ripido tratto in salita, ma c'è anche un'alternativa in discesa, di cui non conoscono la destinazione. Lo sconforto comincia a farsi strada. Le energie residue sono oramai al lumicino. Ma dove sarà la fine del sentiero e questo benedetto Albero della Speranza ?



Alfonso, con la sua ebike, innesta la modalità turbo e sale in avanscoperta. Dopo 200 metri di salita al 20%, trova un cancello invalicabile. Tuttavia, sulla destra c'è una porta pedonale che può essere aperta per il passaggio degli escursionisti. Avverte i suoi amici, che salgono fino al cancello a piedi. Passato il cancello, esitano ancora sulla direzione da prendere. Alfonso esplora i due sentieri che partono dal cancello e decide di seguire quello in salita.


Dopo un po', tornano sulla traccia e iniziano a scendere lungo la cresta, su un sentiero non battuto. Arrivati a un'altra cima, devono superare un secondo cancello, passando le bici sopra la recinzione. In quel momento, Raimondo, maldestro, fa cadere la preziosa bici di Alfonso, graffiandola. Cosparso il capo di cenere, Raimondo si scusa e riprendono il cammino tra tratti in discesa e nuove, brevi salite.



Finalmente, imboccano il sentiero finale in discesa, un tratto molto ripido tra i sassi, che percorrono senza cadere. Arrivati a valle, proseguono su strada verso le loro macchine. Tuttavia, a 800 metri dall'arrivo, il karma colpisce Alfonso: una foratura della gomma lo costringe a completare il giro a piedi.


Mentre raggiungono le auto, con Alfonso che cammina, Francesco e Raimondo non possono fare a meno di ridere. Hanno affrontato una sfida epica, piena di imprevisti e momenti di complicità. Pur non avendo alla fine trovato questo famoso albero della speranza, sanno che questa giornata rimarrà impressa nei loro cuori come una delle avventure più memorabili di sempre. Alla prossima avventura.





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