Il guado del Ciummiento
- Alfonso Calabrese
- 5 mar 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Oggi siamo a Limatola per un classico dell'enduro campano, ovvero il circuito di Linara. L'anello prevedrebbe 3 prove speciali (ovvero 3 discese tecniche) e due lunghissime salite.
Già alla partenza abbiamo deciso di non effettuare la prima discesa (la PS1 "Ciccio track"), in quanto Alfonso, dopo attento studio, ha appurato che si tratta di un percorso estremamente complesso e che necessiterebbe di casco integrale e protezioni a gambe, gomiti e schiena. Quindi niente PS1. Poi le cose si complicheranno, ed in nostri eroi, saranno costretti a rinunciare anche alla seconda salita e alla PS3. Ma procediamo con ordine e partiamo dal principio.
Si parte con qualche minuto di ritardo dal parcheggio ai piedi del castello di Limatola, dovendo attendere il viveur Francesco, anche questa volta, alla partenza con poche ore di sonno dopo i bagordi notturni del sabato sera. D'altra parte sappiamo bene che con lui le uscite della domenica mattina sono sempre ad alto rischio ritardo, ma il team è solidale ed attende sorbendo un buon caffè.

Dopo un breve trasferimento in piano, si inizia a salire verso Linara. Lasciata la statale, prendiamo una strada secondaria, via via più stretta. Arriviamo alla fine dell’asfalto dove la via è interrotta per un albero caduto e dove una squadra di tagliaboschi sta effettuando il sezionamento del tronco. I tagliaboschi si fermano per farci passare. Alfonso, seguendo la traccia, si butta in un sentiero scavato dall’acqua dove era impossibile pedalare. I tagliaboschi, vedendoci in difficoltà, ci indicano una via alternativa, che si rivela ben più praticabile e pedalabile.
Continuiamo a salire ed il fondo, inizialmente in asfalto, si va facendo via via più sconnesso, con tratti a pendenze proibitive. Tra uno strappo e l’altro, con Raimondo ed Alfonso già in difficoltà, proseguiamo per 2 km.
Mancano ancora 3km alla prima cima e i tratti dove è impossibile pedalare si fanno più radi. In uno di questi c’è la caduta di Alfonso, che cercando di rimettersi in sella, inciampa rovinosamente su una pietra. L’amico Raimondo pensa bene di immortalare l’evento prima di prestargli aiuto. Ad ogni modo nessuna conseguenza.

Arriviamo alla fontana di Linara ed alla madonnina, ma la salita non è finita.
Stringiamo i denti e continuiamo a salire. Ogni tanto i latrati dei cani in lontananza ci mettono in apprensione. Poi ci accorgiamo che sono ben rinchiusi nei loro recinti. Arriviamo ad un punto di scollinamento e la traccia ci dice di prendere il sentiero di destra. Lo imbocchiamo fiduciosi, dopo un po’ di pausa e altre foto di rito.
Il sentiero ci porta ad una radura molto panoramica. Seguiamo il sentiero con qualche esitazione, in quanto la traccia ci diceva di tenere la sinistra, mentre il sentiero fisico si allarga sulla destra. Non essendo però visibile alcun altro sentiero, continuiamo piagando a destra.
Dopo poco siamo nuovamente perfettamente in traccia e proseguiamo tra le molte pozzanghere, ciascuna delle quali è oggetto di puntuale imprecazione di Mario, che i nostri lettori sanno essere un maniaco della pulizia della sua e-bike. Ogni schizzo di fango ha l’effetto su di lui simile alle gocce di acqua santa asperse dall’esorcista sul corpo dell’indemoniato.
Arriviamo ad un bivio. La traccia ufficiale prevede la svolta a sinistra. Raimondo, si sveglia dal torpore dovuto al troppo acido lattico in circolo e decide di girare a destra. Alfonso, dopo un’iniziale opposizione, accetta di buon grado. La direzione presa da Raimondo ci fa infatti risparmiare 300m.
Siamo al punto di scollinamento definitivo. Cominciamo a scendere lungo sentieri pietrosi e tra vegetazione rada e scarna di foglie. Francesco ed Andrea si lanciano nella discesa, seguiti da Mario e Raimondo. Alfonso procede in coda, dando sempre un occhio alla traccia. Al momento di un bivio, deve urlare uno stop ai compagni, che si erano incamminati sul sentiero sbagliato (dobbiamo ancora lavorare sulla metabolizzazione della regola d’oro “ad ogni bivio occorre fermarsi, se non si ha la traccia”).
La prima parte della discesa è divertente, pur essendo molto accidentata e quindi percorsa a velocità ridotta. Poi il sentiero diventa ancor meno praticabile, a causa dei profondi canali scavati dalle tante moto da cross con cui condividiamo queste zone. Siamo costretti a scendere numerose volte ed a procedere a piedi. In questo tratto da ricordare un bel ruzzolone, senza conseguenze, di Andrea.
Siamo quasi a valle. In lontananza avvertiamo il fruscio delle acque di un torrente. Continuiamo a scendere. In un tratto che sembra fluido e pedalabile annotiamo la caduta di Francesco, che si scontra con un rovo alla sua destra. Nulla di rotto, con Francesco che afferma che la responsabilità dell’accaduto è del rovo che si è spostato venendogli incontro (!).

Arriviamo a valle fino al torrente Ciummiento, piccolo affluente del Volturno, che guadiamo che utilizziamo per una prima pulita delle nostre bici, colme di fango, foglie e rami secchi. L’acqua è profonda in alcuni punti oltre i 50 cm, ma il guado è reso possibile da alcuni massi posti in posizione strategica.
Sono le 11.30 e abbiamo fatto metà del giro. La seconda montagna si staglia alta e ripida alla nostra sinistra. Non c’è bisogno di alcuna discussione o votazione. La decisione di tagliare la seconda parte del giro è unanime, silenziosa ed automatica.
Pedaliamo per altri 4 chilometri. Lungo strade secondarie e sentieri in piano. Arriviamo poi alla statale. Prima di arrivare alle auto scoviamo un distributore con autolavaggio. Gli impianti sono chiusi, ma usufruiamo di una pompa ed in poco più di 10 minuti tutte le nostre bici sono di nuovo presentabili o quantomeno “trasportabili” in auto senza devastare le stesse.

Alle 12.00 siamo alle auto e alle 13 di ritorno alle nostre case, sani e salvi, nonostante le 3 cadute, il fango, i sentieri sconosciuti, i rovi, le buche ed un torrente guadato. Il divertimento come sempre c’è stato, ma, a causa delle condizioni dei trails, non annoveriamo questa escursione tra le migliori fatte dal grande team Bike&Ski. Alla prossima avventura.












































































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