I 4 campi: Spina, San Giovanni, Summonte e Maggiore
- Alfonso Calabrese
- 30 mag 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 7 giu 2020
15km; 600md+; traccia, relive
Il Parco Regionale del Partenio, benché meta di tante nostre passate escursioni, ci riserva sempre grandi emozioni. Oggi al giro, che della sua difficile gestazione diremo poi, partecipano i veterani e-Mario, Raimondo, Alfonso e Roberto e due nuovi adepti della MTB, Gianpaolo, alla seconda uscita dopo la sua eccellente prestazione a Bracigliano una settimana fa, e Gerardo al suo battesimo in un'uscita di gruppo.
Ci ritroviamo all'uscita di Baiano della A16 per poi raggiungere in auto il punto di partenza posto a Campo Spina (il primo campo).
In settimana la location del Partenio era stata già decisa; l'idea però era di fare base a Mercogliano e raggiungere Montevergine con la funicolare. Dopo però una verifica ci accorgiamo che la funicolare è ancora chiusa a causa della pandemia. Bisogna quindi trovare una nuova soluzione, per evitare la lunga e dura salita su asfalto. Due opzioni: lasciare un auto a valle e le altre a monte (con la necessità di recuperare a fine giro le auto a monte, circa un'ora) oppure partire da Campo Spina e effettuare due salite su sterrato impegnative. La discussione dura tutta la settimana e alla fine la spunta Raimondo, che memore di un giro simile fatto 3 anni fa, convince tutti su questo progetto. Alfonso però vuole mettere il suo tocco e modifica la traccia aggiungendo una deviazione per le bucoliche cascate di Acquaserta.
Partiamo da campo Spina (che il buon Raimondo chiama anche Bosco Cupone, ed in effetti di questa origine arcaica chi scrive non ha alcuni riferimenti). Sono le 8.40 e subito l'immancabile Raimondo si scatena in uno sprint con Gianpaolo, lasciando gli altri 4 molto indietro. Mentre il team è ormai certo che i due si siano persi nel dedalo dei sentieri, li ritrovano 10 minuti dopo ad attenderli all'inizio della salita. Tralasciamo gli improperi rivolti a Raimondo, che d'altra parte afferma di essere esperto del luogo, "non per niente tutti mi chiamano Peppe o' Partenio" (da sottolineare che nel'ordine tutti chiamano Raimondo "Peppe o'Vesuvio, Peppe o' Taburno, Peppe e' San felice, Peppe a' costiera, ..." n.d.r.).
Dopo aver ammirato il panorama del versante ovest con vista sul Vesuvio, proseguiamo per circa un'ora in salita. La temperatura è frizzante e lo diventa ancor di più quando siamo a quota 1300 m s.l.m. (6°C).
Arrivati in vetta cominciamo a scendere ed arriviamo ad un bivio dove parte il sentiero per la cascata: qui si accende una piccola discussione. Andare alla cascata significa fare 3 km in ripida discesa ma anche gli stessi 3 in salita per tornare sui nostri passi. Il team è tentato dal tirare dritto, mentre Alfonso vorrebbe visitare la cascata (riportiamo il link con foto ed info turistiche).

Pur con grandi dubbi, leggibili nel volto intimorito di Gianpaolo, alla fine si decide di scendere verso la cascata. Dopo poco però ci fermiamo, scoprendo che il letto del ruscello che alimenta la cascata è completamente secco. Decidiamo quindi di tornare indietro, dopo una veloce foto dell'ennesimo abbeveratoio.

Consultate le mappe e dopo un veloce confronto con Peppe o' Partenio, Alfonso decide di tagliare per il bosco per guadagnare un po' di metri. E quando si abbandona la traccia di solito si paga caro. Ci ritroviamo su un sentiero che finisce nel nulla e dobbiamo mettere le bici in spalla e risalire su un ripido versante. Dopo 20 minuti di fatica ritroviamo il nostro sentiero.
Questa volta è Alfonso ad essere oggetto di osservazioni colorite e colme di attributi poco edificanti.
Ancora un po' di salita e poi una bella discesa ci conduce alla prossima meta.
Arriviamo indenni a Campo San Giovanni ed al suo abbeveratoio "celestiale" (il secondo campo).
Dopo aver ricaricato le borracce di quest'acqua fresca e buonissima, ci rimettiamo in sella in direzione Est. Ancora saliscendi fino al vasto e fiorito campo di Summonte (il terzo campo).
Il ritmo è elevato e pedaliamo veloci fino al nuovo sentiero. Ci attende il muro della faggeta, una delle salite più lunghe ed impervie del Partenio. Qui Raimondo, con e-Mario, si lancia di nuovo in uno dei suoi ormai celeberrimi sprint. lo rivedremo dopo un ora buona in cima alla vetta.
La salita è davvero tosta, ma Gianpaolo e Gerardo non si lasciano intimorire e seppur con qualche tratto a piedi arrivano in cima senza esitazione alcuna.
Arrivati in cima, dopo un'ultimo breve tratto di salita su asfalto (saranno solo 900 i metri percorsi su asfalto oggi), scendiamo per l'ultima tappa di oggi: campo Maggiore (il quarto campo).
In realtà ci sarebbe da risalire il crinale verso il Santuario di Montevergine per poi ridiscendere sul trail "chalet", ma bastano pochi secondi al gruppo per decidere che è ora di tornare alle auto. La discesa sarà veloce e divertente e soprattutto senza annoverare cadute di nessun membro del team.
Arriviamo alle auto abbastanza esausti. Ma i quattro campi sono stati conquistati e tutti siamo già desiderosi di una nuova avventura.


























































































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