top of page

Frasso Telesino

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 6 apr 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 10 ott 2019


24km; 950 mD+; traccia ; relive.

Da quasi un anno mancavano da una delle riserve regionali più intriganti per gli amanti della MTB: il comprensorio del monte Taburno e Camposauro. Il meteo di questo weekend prevede tempo variabile e salire a 1200 m con cielo coperto potrebbe essere un rischio. Il team è combattuto; siamo a venerdì sera e il dibattito su dove andate è aspro. il buon e-Mario propone un giro a Capri, tutto asfalto e panorama vs l’adrenalina di 8km di discesa tra radici, sassi e prati pieni di cavalli.

Alla fine si opta per il Taburno, mentre e-Mario decide di andare in solitaria nell’isola azzurra.

Ci ritroviamo nella chiesetta di San Vito a Frasso Telesino. Dopo qualche minuto di set-up ed una buona mezzora necessaria a Generoso per decidere se indossare il casco leggero o quello integrale, finalmente partiamo.

Il primo tratto è una dolce salita su asfalto che ci accompagna per 7km lungo il versante sud-ovest del Mente Cardillo. Ulivi, noccioli in fiore e la valle del beneventano sono lo sfondo della prima fatica. Ci fermiamo presso una fonte a ricaricare le borracce dove il buon Raimondo intavola una discussione politica ed antropologica con una simpatica signora del posto, la quale, dopo averci chiesto nell'idioma locale "e r'onne site ?", alla domanda di Raimondo su come ci collocasse tra la categoria dei giovani o degli anziani, risponde con un salomonico " site mieze e mieze".

Arriviamo all'imbocco del sentiero sterrato, dove ci attendono altri 5km di dura salita; e siamo già abbastanza stanchi. Il più provato è il nostro grande Presidente, insolitamente molto silenzioso: immaginiamo per risparmiare tutta l’energia possibile.

Dopo una breve pausa ripartiamo lungo la ripida salita, con un fondo però quasi sempre pedalabile (per chi ce la fa !). Impieghiamo circa 1 ora per arrivare al sentiero che ci condurrà alla discesa. Qui l'indomito Santino propone di prendere un nuovo sentiero per raggiungere la vetta del monte; altri circa 300 m di ascesa (ai 900 già percorsi). Alfonso, Raimondo e Generoso valutano la proposta per circa 4 nanosecondi per rispondere con un secco "no Santi', tu si pazze!!!".

Ancora una pausa per ammirare il paesaggio, poi settiamo le bici per la discesa: Alfonso regola gli ammortizzatori e monta la mentoniera del suo casco integrale; Raimondo lucida gli occhiali per potersi produrre nella consueta discesa a tutta; Santino abbassa la sella; Generoso mangia copiose quantità di frutta secca. Siamo pronti per il primo tratto di discesa.

Arriviamo ad un tratto di asfalto che domina la magnifica piana di Camposauro, dove centinaia di cavalli allo stato brado ci fanno capire l'origine del nome.

Ora occorre scendere per un km su asfalto. Alfonso ha previsto la possibilità di immettersi in un sentiero e tagliare il tratto stradale. Proviamo questo trail che però risulta estremamente ripido e pericoloso. Dopo 200 m decidiamo di tornare indietro e bici in spalla riguadagnano l'asfalto dove scendiamo per 2 km prima di immetterci di nuovo su sterrato.

Siamo al tratto finale che prevede una lunga discesa su un'antica strada romana, con fondo di erba e sassi levigati, Dopo 20 minuti di discesa senza sosta siamo nuovamente alle auto. Bellissima escursione, dura ma gratificante.

Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione

© 2025 designed by Alfonso Calabrese

bottom of page