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San Michele a Palombara

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 18 ott
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 5 giorni fa

29 km; 650 md+; traccia; relive

Oggi un Castle Trail completo, con passaggio in cima all'eremo di San Michele Arcangelo a Palombara. Erano più di 5 anni che non tornavamo fin sopra l'eremo. Nelle tante escursioni a San felice a Cancello, avevamo sempre deciso di evitare questa ulteriore salita, tagliando ed accorciando il giro. Oggi Roberto, Francesco ed Alfonso decidono di provare a chiudere l'anello senza tagli, complice l'assenza di Raimondo, celeberrimo imperatore dei "tagli" d'autore.



Si parte dal arcinoto bar Chersoni e i 3 biker di oggi a ritmo sostenuto arrivano dopo poco più di 30 minuti al castello del Matinale (eretto nel lontano 1247).



Stavolta non entriamo nei ruderi del castello medioevale e ci dirigiamo spediti al trail dell'acquedotto. Ma prima occorre percorrere 150 metri con pendenze fino al 18%. Francesco, oggi unico in muscolare, non batte ciglio ed arriva all'imbocco del trail senza scendere dalla bici.


Percorriamo a gran ritmo il lungo e bellissimo trail e come da programma continuiamo fino al sentiero che ancora in forte salita ci porta sulla strada provinciale per l'eremo. Sullo sfondo il castello di Arienzo. Ci fermiamo in una curva per far rifiatare Francesco e valutiamo se cambiare programma e provare ad arrivare a questo per noi inedito castello, per poi ridiscendere verso Talanico.



Decidiamo di non decidere. Ovvero di prendere una decisione finale al bivio per il sentiero per il castello di Arienzo, che dista 3 chilometri (e 250 metri di ascesa). Arriviamo al bivio con un Francesco al 40% delle sue energie muscolari residue. Decidiamo di non cambiare il programma, anche perché il nostro Ironman Roberto dice di non essere mai stato all'eremo di San Michele.

Nella foto sulla sinistra il sentiero per il castello di Arienzo.


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Si prosegue per l'eremo. Alfonso e Roberto mantengono un ritmo improponibile per Francesco. I due arrivano all'eremo, dove, un oramai quasi esausto Francesco, li raggiungerà dopo (soli) 5 minuti. Foto di rito (anche nel cuore) e poi ci buttiamo nella prima discesa. Decidiamo di non prendere la PS1, la direttissima sugli scaloni di pietra, dove 8 anni orsono Alfonso si procurò un bella ferita lacero contusa al sopra ciglio sinistro.



Il trail per il bosco di Palombara è bello, con qualche rovo e qualche pietra di troppo. Ma ci divertiamo. In meno di 10 minuti siamo all'incrocio per il sentiero "Stanlio e Ollio" per la cresta della seconda montagna.

La salita è dura, con un sole quasi estivo. Anche gli elettrici cominciano a sudare. Arrivisti in cresta percorriamo a forte velocità il sentiero sommitale.

Qui avviene l'immancabile imprevisto: Alfonso, in coda al gruppo, urta con violenza una pietra ed il forcellino del cambio ruta in modo innaturale. Prova a sistemare la catena ed il forcellino, ma la bici sembra compromessa. Raggiunge a fatica gli altri. Qui Francesco da l'ennesima dimostrazione delle sue capacità meccaniche e allentando un paio di bulloni riesce a riposizionare il gruppo cambio. Bici riparata anche se sembra ci siano dei danni ed occorrerà una visita dal ciclista. Ad ogni modo si riparte. Superiamo un gregge e poi ci lanciamo in discesa.

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Non precorriamo la PS2 e arriviamo lungo un trail più tranquillo nuovamente al Matinale. Qui Alfonso cerca invano di immettersi nella PS3. Il sentiero preso è uno stretto budello tra i rovi che li riporta nel salitone percorso al mattino. Si decide di chiudere qui le "ostilità" con i sentieri e di tornare alle auto sulla strada presa al mattino.

Dopo 15 minuti siamo al bar Chersoni. Si chiude una bella domenica di Ottobre, con sole, adrenalina e tanto divertimento. Alla prossima.






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