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Matese con biker disperso

  • Immagine del redattore: Alfonso Calabrese
    Alfonso Calabrese
  • 29 apr 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 1 mag 2023

26,7km; 416md+; traccia; relive; reel; video; photobook


Questa settimana decidiamo di tornare dopo più di 5 anni sul lago Matese e ripercorrere quello che fu uno dei più panoramici sentieri della nostra oramai lunga carriera di bikers.

La formazione di oggi è snella ma motivata: ai collaudatissimi Alfonso, Francesco e Raimondo oggi si aggiunge il mitico Nicola, Nik "gambalesta" che con il suo fisico da stradista in pensione è in grado di scalare le salite più dure.


Alfonso ha apportato delle lievi modifiche al percorso, che oggi prevede 29 km con 700 metri di dislivello positivo. Ma anche oggi il programma sarà stravolto con una caduta prima (ripresa in soggettiva dal povero Alfonso) ed una fuga in solitaria di un membro del team (il solito Francesco), che si perde tra i sentieri rocciosi con cellulare senza campo, e con il resto del team alla sua disperata ricerca per più di un'ora. Insomma il pane quotidiano del team Bike&Ski. Ma come al solito, procediamo con ordine.



Ci diamo appuntamento all'agriturismo le Falode alle 9. Il viaggio da Napoli è lungo (quasi 2 ore). Ci fermiamo a Piedimente Matese al bar Mery in piazzetta per un caffe. Francesco è in ritardo e ci raggiungerà direttamente sul lago. In realtà Alfonso gli aveva dato appuntamento all'uscita di Caianiello alle 8.15, dove Francesco fiducioso aspettava, ma di tale appuntamento sia il direttore che il fido Raimondo, come sempre in macchina con lui, se ne erano dimenticati. Arrivati a lago, decidiamo di fermarci 2 km prima delle Falode ed iniziare il giro un po' più a monte (ndr. Raimondo apprezzerà molto questi 2 km e 200m di dislivello in salita a fine giro).


(ndr. Di seguito un breve slideshow delle immagini del giro di oggi)



In sella ai nostri destrieri affrontiamo subito una salita su sterrato per circa 3 chilometri, superando un dislivello di poco più di 250 metri. Il morale è alto, la temperatura è sui 15 gradi, cielo limpido. Usciti dal bosco ammiriamo le vette del Matese ancora innevate. Alla vista delle montagne Alfonso non maccherà di affermare e poi ripetere più volte "ragazzi questo sentiero è davvero spettacolare". Al quarto "spettacolare", Raimondo e Nicola cominciano a ipotizzare che Alfonso mostri evidenti sintomi di rincoglionimento da mancanza di ossigeno (!).


Questo tratto di sentiero percorre la cresta del versante ovest del Matese, con alla nostra destra il lago ed alla nostra sinistra la vallata dell'alto casertano fin verso il mare. Davvero "spettacolare".



Al chilometro 8, comincia una breve discesa. Il fondo è pietroso ed instabile. Raimondo e Nicola si lanciano a tutta velocità, seguiti da Francesco ed Alfonso, che si attardano con foto e video. Come detto il fondo è sdrucciolevole per la presenza di brecciolino, superfice che Alfonso "apprezza" particolarmente, essendosi cimentato, su fondi analoghi, in numerose cadute. Ed anche stavolta le cose non vanno benissimo. Per evitare un piccolo avvallamento, perde il controllo della bici e cade rovinosamente sul lato sinistro, procurandosi una escoriazione al ginocchio.

Ovviamente l'unico che si precipita a prestargli soccorso è Francesco, mentre i due dottori "in allegria" erano lontani godendosi la discesa.

Ad ogni modo Alfonso si rialza rapidamente e dopo aver imprecato a favore di action-cam, che ha ripreso l'evento, si rimette in bici e completa la discesa senza ulteriori problemi.


Arriviamo alla vallata, dove raggiungiamo un antico abbeveratoio. Sullo sfondo il massiccio del Matese ed i suoi canali ancora pieni dell'ultima neve di primavera.



Dopo l'ennesima pausa ci rimettiamo in sella e aggiriamo una piccola collinetta posta al centro della vallata. E a questo punto iniziano i problemi. Preso da un inspiegabile raptus, Francesco decide di imboccare in solitaria un ripido sentiero, abbandonando i compagni che non si avvedono della sua decisione.


"Guaglu' ma Francesco dov'è ?". E' Nicola il primo a domandarsi dove fosse il biker dai capelli d'argento. "Ma non stava dietro di noi ?" domanda Alfonso, che in testa al gruppo indicava la direzione da seguire. "Boh mi sembra che abbia imboccato quel sentiero laggiù", afferma Raimondo alzando le spalle ed indicando una stretta lingua di terra gialla tra le colline.

Ci fermiamo e per 10 minuti aspettiamo che Francesco, capito di aver sbagliato direzione, torni sui suoi passi e ci raggiunga. Proviamo a chiamarlo al cellulare ma in questa valle non c'è campo. I minuti passano e di Francesco nessuna traccia.

Alfonso cerca di capire, cartina alla mano, dove possa portare quel sentiero. "Ragazzi", Alfonso rompe il silenzio, " ... credo che il sentiero preso da Francesco tagli per quella altura e poi scenda comunque in direzione del lago. Sono passati 20 minuti e a questo punto è certo che Francesco non stia tornando. E' meglio quindi continuare sulla nostra traccia. Proveremo a ricontattarlo quando saremo di nuovo al lago".

Raimondo oggi è stranamente agnostico e non si esprime. Nicola, che inizialmente voleva tornare indietro e provare ad imboccare il sentiero di Francesco, si convince e approva il piano di Alfonso.


Riprendiamo quindi percorrendo una strada asfaltata, che dopo un paio di chilometri tutti in discesa ci conduce al lago, nell'estremità Nord-Ovest. Incrociamo alcuni bikers e chiediamo se avessero visto un biker solitario, ma niente. Riproviamo a contattare Francesco al cellulare, ma il suo gestore ci segnala che non è raggiungibile. Passano i minuti è la preoccupazione cresce, non tanto per il fatto che possa essersi perso (il lago è un chiaro riferimento per ritrovare le auto), ma per l'eventualità che Francesco possa essere caduto e quindi non sia in grado di riprendere a pedalare o camminare.


Acceleriamo l'andatura, L'unica possibilità è di tornare quanto prima alle auto e poi con le stesse tornare alla vallata e provare a cercarlo. Continuiamo sulla nostra traccia con il lago alla nostra destra, sperando di intravedere dopo ogni curva la sagoma di Francesco.


Gli ultimi minuti del giro sono pieni di tensione. Alfonso prova a chiamare ogni 5 minuti. Spingiamo sui pedali e raggiungiamo le Falode e usciamo dalla pista ciclopedonale. Mentre pedaliamo in direzione del cancello veniamo affiancati da un'auto scura, alla cui guida sorridente e baldanzoso c'è proprio Francesco.

Finalmente risollevati ci avviciniamo e cerchiamo di capire cosa fosse successo, non prima però di averlo mandato a quel paese in coro !!!


"Ragazzi ero convinto che prendendo quel sentiero avrei tagliato e vi avrei ritrovato poche centinaia di metri più avanti. Poi però mi sono reso conto che andava in tutt'altra direzione. A questo punto ho continuato, salendo fino in cima alla collina e poi sono sceso per un sentiero con la bici sulle spalle. Arrivato al lago sono andato per la via più breve, con il lago alla mia sinistra e presa l'auto sono venuto a cercarvi.".


Dopo altri vaffa liberatori, e risate finali riprendiamo il cammino. Ora ci aspetta una bella salita. Alfonso con Nicola si buttano in un sentiero sterrato lungo il lago per poi risalire verso la strada, un chilometro più avanti. Raimondo stremato prova a pedalare poi però si attacca all'auto di Francesco e risale gli ultimi 2 chilometri con "l'aiutino".


Alle 12.30 siamo tutti alle auto, stanchi ed ancora scossi per le vicende di oggi. Il giro è stato paesaggisticamente "spettacolare" ma non ci siamo fatti mancare cadute e fuori programma, come da consolidata tradizione Bike&Ski.


Alla prossima avventura !!!




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