La pineta di Terzigno
- Alfonso Calabrese
- 28 mag 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 29 mag 2023
Oggi escursione alle pendici del Vesuvio, per esplorare la vasta pineta nel comune di Terzigno. Rispondono presente alla convocazione del direttore tecnico Alfonso, un sempre motivato Mario quando si parla di Vesuvio ed un acciaccato Francesco. Il nostro affascinante biker pomiglianese lamenta infatti da molte settimane un risentimento alla caviglia; Francesco è molto preoccupato, non tanto per le sue performance ciclistiche, ma per il fatto che con questa caviglia deve limitare le sue esibizioni in discoteca, dove riscuote grande successo tra la sua nutrita schiera di amiche.
Ma torniamo a noi. Per vari motivi il resto della squadra si sfila ed anche Raimondo, secondo solo dopo Alfonso nella speciale classifica B&S all-time dei bikers più assidui (top ten), dà forfait, per un generale affaticamento. Ci auguriamo che con il bel tempo di giugno questi acciacchi, più o meno fisiologici vista la oramai non più verde età dei membri B&S, possano scomparire e restituire ai sentieri montani i nostri eroi di tante (dis)avventure !
Ci ritroviamo all’ingresso della pineta alle 8:30. Il punto di partenza dovrebbe essere all’altezza dell'area attrezzata per il play-ground e fitness, dove parte un primo sentiero, ma Mario preferisce parcheggiare vicino alla sbarra che porta alla pineta, 400 m più a monte. Il nostro e-Mario, dopo una veloce ricognizione, ritiene questa area di parcheggio più sicura per il suo mastodontico e lussuoso pick-up. Ci adeguiamo al suo volere e parcheggiamo vicino la sbarra di accesso al parco.
Partiamo in orario e come detto ci immettiamo lungo un sentiero sterrato, subito in salita. Dal profilo altimetrico osserviamo che il veloce giro di oggi prevede 3 anelli, ognuno con una cima da conquistare, ad altitudine via via crescente. Nulla in teoria di molto complicato, ma che metterà a dura prova i nostri tre protagonisti di oggi.
Percorriamo a buon ritmo la prima salita, all’ombra della fitta boscaglia, che in questo versante è stata risparmiata dal devastante incendio del 2017. Il ritmo è fin troppo spedito: Alfonso, che non ha fatto colazione, si ferma lamentando vertigini ed un leggero capogiro. I sintomi sono quelli di una crisi ipoglicemica. Oramai siamo esperti ed attrezzati per questo tipo di eventi: basta dello zucchero, una barretta energetica ed un sorso d’acqua e il problema viene risolto.
In poco meno di 30 minuti raggiungiamo la prima cima a 300 metri slm e ci godiamo il primo trail in discesa tra due ali di fitta vegetazione. Arriviamo all’imbocco dell’entrata del parco (dove abbiamo lasciato le auto) e prendiamo il nuovo sentiero in salita. Qui la temperatura, ora oltre il 26°, comincia a minare le nostre energie. Pochi pini a fare ombra ed il terreno sabbioso del Vesuvio ora è più secco e scivoloso. Le bici slittano e la fatica è notevole.
Manteniamo comunque un ritmo accettabile e percorriamo tutta la salita in sella alle nostre bici. Siamo in cima dopo 21 minuti. Qualche esitazione sul sentiero da prendere in discesa: a differenza del primo anello, in questo secondo tratto il trail in discesa sembra essere chiuso dalla vegetazione. Decidiamo comunque di mantenerci in traccia e dopo un centinaio di metri, dove occorre districarsi tra i rovi, ci godiamo la discesa fino a quota 200 metri slm.
Arrivati a valle affrontiamo il terzo anello di oggi, quello più aspro. Quasi 2 chilometri per 200 metri di dislivello nella savana vesuviana. Nessun pino, zero ombra ed un mare di ginestre fanno da cornice all’ultima salita di oggi. Alfonso è tra i bikers di oggi quello più in difficoltà e necessita di un paio di pause per raggiungere la cima. Durante una di queste, seduti all’ombra di un alto arbusto, veniamo superati da 2 splenditi cavalli al galoppo. Arrivati in cima, ancora alcune perplessità sulla traccia da seguire. La traccia ci dice che dovremmo prendere uno stretto single track sulla sinistra, ma decidiamo di seguire il sentiero principale, libero dai rovi e dove scorgiamo i solchi di tante bici.
E’ la scelta vincente. Dopo poco ci immettiamo nella pineta e, dopo circa 3 chilometri di discesa, arriviamo all’imbocco della provinciale. Pedaliamo su asfalto in leggera salita per 2 chilometri e mezzo e, dopo una ristoratrice sosta ad un bar (e 3 freschi, rigeneranti e paradisiaci Gatorade al limone ndr), siamo alle auto.
Il bilancio è più che positivo: Alfonso ha superato tutte le crisi, Francesco non è mai sceso nonostante la caviglia malconcia e Mario non ha incontrato neanche una pozzanghera, bestia nera di ogni suo giro invernale.
Anche oggi un giro veloce, divertente, inteso, allenante e super panoramico. Ci sono tutti gli ingredienti per archiviare un’altra giornata di sport e divertimento. Alla prossima avventura.
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