Arechi e Diecimare
- Alfonso Calabrese
- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 3 giorni fa
“Dai Alfonso organizza un bel giro, tosto ed inedito!”. Queste erano le richieste del presidente Bike&Ski, Ironman Roberto ad un attonito Alfonso, consapevole dello stato di forma del resto del gruppo e dello stesso presidente. Ad ogni modo, per la giornata di festa dell’otto dicembre, ecco confezionato un giro da 38 km e 1200 m di dislivello nella riserva Diecimare sui monti Picentini.
La traccia condivisa sulla chat di gruppo viene accolta con successo e sono sette i bikers a prenotarsi per l’evento. Trai sette, 4 saranno in elettrico e 3 in muscolare. Proprio pensando ai 3, un paio di giorni prima Raimondo (lui sarà in elettrico) allerta il Direttore: “Alfo’, ma sei sicuro che Francesco, Andrea e Fabio saranno in grado di fare tutto il giro?”. In effetti Alfonso, rintuzzato da Roberto, si era fatto prendere un po’ troppo la mano ed il giro nella sua versione iniziale era veramente duro. Nottetempo Alfonso sfoltisce la traccia, portandola a poco più di 30 chilometri e 1000 metri di dislivello. E con il senno di poi avrebbe dovuto sfoltire ancora. Ma procediamo con ordine e partiamo con la cronaca degli eventi.
L’appuntamento è alle 8.45a Cava dei Tirreni, in prossimità dello stadio. In perfetto orario, anzi con largo anticipo, arrivano in ordine: Alfonso&Raimondo, seguiti da Fabio, Andrea e poi da Roberto con Agostino, nuovo membro Bike&Ski ed alla sua prima uscita di gruppo. E Francesco? Nessuna notizia dell’Atomico biker di Pomigliano. Raimondo lo chiama. Francesco è in aperto conflitto con il suo navigatore, reo a suo dire di averlo portato sulla strada sbagliata, facendolo prima uscire dalla A3 e poi riportarlo nuovamente sull’autostrada!?!. Ad ogni modo alle 8.50 siamo tutti al bar per gustare caffè e mezzo cornetto ischitano, offerti come da consolidata tradizione, dal nuovo biker Agostino. Oggi eMario non è con noi, quindi non assistiamo al tradizionale taglio a metà della metà. Inoltre essendo in sette è Roberto che si “sacrifica” e mangia due metà.
Il giro di oggi prevede un trasferimento prima in piano e poi in salita sino alla frazione Alessia. In buona scioltezza i 7 eroi di oggi giungono nel piccolo borgo, alla base del colle sovrastato dalla croce di San Liberatore.
Lo stop ad Alessia è lungo. Francesco in salita è stato rallentato da frequenti scatti della catena, dovuti ad una rotazione innaturale del pacco pignoni. Francesco spiegherà in modo tecnico e preciso che il fenomeno che produceva il classico rumore “turututrak” era dovuto all’eccessiva quantità di grasso che rendeva non perfetto all’accoppiamento del pacco pignoni con la boccola posta sul perno passante della ruota. A mano a mano che i bikers arrivavano Francesco ripeteva la spiegazione. E quando Raimondo ridendo gli domanda per l’ennesima volta “Francè… ma che à stato ?” ecco che scatta un garbato, quanto deciso vaffa !
Risolto il problema meccanico (in realtà la rimozione del grasso in eccesso sarà ripetuta più avanti), il gruppo si sposta all’ingresso del sentiero sterrato in un punto molto panoramico. Agostino si rende conto di quanto il team sia sensibile a foto e video. Ma la giornata di sole ed il blu intenso del mare non possono non essere immortalati.
Rimessi i cellulari in tasca, riprendiamo la dura salita, ora su un fondo di pietre e radici. Gli elettrici proseguono a fatica, i muscolari sono costretti a scendere in molti tratti. Dopo una ventina di minuti e superato un tratto particolarmente impervio, dove anche i motorizzati sono costretti a spingere, arriviamo ad uno slargo dove incontriamo un altro gruppo di bikers. Siamo nel punto dove parte un piccolo anello esposto sul porto di Salerno. I bikers locali, che lo avevano percorso pochi minuti prima, ci rassicurano che è agibile, con qualche tratto scivoloso dove "è meglio scendere se non si vuole precipitare nel burrone!". Per nulla intimoriti inforchiamo le nostre bici e con il Direttore in testa a fare da apripista ci fiondiamo lungo lo stretto budello tra gli alberi. Dopo pochi minuti ecco aprirsi davanti a noi uno scenario spettacolare: l'intero golfo di Salerno e il primo tratto della costiera amalfitana rapiscono il nostro sguardo. Ci fermiamo per un'altra valanga di foto e video. Qui anche Agostino non eccepisce, ammirando a bocca aperta il fantastico panorama.
Ci rimettiamo in sella e con molta prudenza percorriamo il trail largo poco meno di 50 centimetri e con alla nostra destra uno strapiombo di 500 metri. Proseguiamo poi nel bosco, in continui saliscendi, fermandoci di tanto in tanto per far rifiatare i muscolari. Qui assistiamo ad una rovinosa caduta da fermo di Agostino, che il presidente afferra al volo, prima che quest'ultimo ruzzolasse lungo il pendio. Nella foto che segue il momento dell'aggancio (o forse della spinta ?!?).

Al chilometro 10 dalla partenza, e dopo aver superato ben 400 metri di dislivello, arriviamo nuovamente su strada. A questo punto occorre decidere se scendere al castello di Arechi e poi risalire o saltare questa tappa e proseguire verso la riserva Diecimare. Mentre il gruppo discute animatamente sul da farsi, Francesco mette mano per l'ennesima volta alla sua ruota ed al pacco pignoni. Stavolta alle domande "Ue France', che è stato ?" l'atomico biker si ritira in una sorta di mutismo ostile, dedicandosi alla rimozione delle ultime 12 molecole di grasso.
Il presidente Ironman Roberto è uno dei fautori del giro completo: "Dai ragazzi in sella e scendiamo al castello!". Alfonso non è convinto e l'occhio vitreo di Fabio, perso nel vuoto, conferma le sue preoccupazioni. Anche Raimondo propone il taglio (ma per lui non c'è giro senza taglio). "Roby guarda che dobbiamo scendere di parecchio e poi ci tocca risalire, forse è meglio proseguire". Poi però Agostino supporta l'idea di Roberto. Anche Andrea vota per il castello. Alla fine Fabio, che aveva minacciato velatamente di tornare indietro si convince e quindi il gruppo si lancia nella discesa sino al castello.
Arrivati ai piedi del castello, scopriamo che non possiamo raggiungerlo in bici a causa di una lunga scalinata. Ci accontentiamo quindi di scattare qualche foto e poi mestamente ci rimettiamo in sella per ritornare a monte. I 3,6 km e 180 metri di ascesa che seguono, mineranno il fisico di Fabio e Francesco, che cominciano a lanciare non tanto velate maledizioni all'organizzatore del giro.
Tornati al bivio, continuiamo a salire, stavolta con pendenze meno spinte e qualche tratto in piano ed arriviamo al punto di scollinamento dopo circa 40 minuti.

Siamo al chilometro 20,5 dalla partenza ed abbiamo superato 600 metri di dislivello. Ora il giro prevede una breve discesa sino all'ingresso della riserva Diecimare. Il breve tratto di poco più di 1500 metri viene percorso a tutta velocità e dopo pochi minuti i nostri eroi iniziano l'ennesima lunga e ripidissima salita. Dopo il primo tratto su cemento e pendenze tra il 15% ed il 20%, inizia il sentiero della riserva, immerso in un verde lussureggiante.
Mentre tra i muscolari Andrea procede con una verve inaspettata, dopo la sua lunga assenza dai trail, oramai Francesco e soprattutto Fabio proseguono in uno stato di semi incoscienza. Gli elettici Roberto, Raimondo ed Agostino tirano il gruppo, Alfonso nelle retrovia cerca di rincuorare Fabio, che stoicamente rifiuta a più riprese di scambiare la sua front con la Cube elettrica del Direttore. Poi quasi per miracolo la salita finisce ed inizia una lunga discesa prima su terreno, poi su ghiaia e pietrisco ed infine su asfalto. Il Vesuvio in lontananza accompagna i veloci bikers verso l'abitato di cava.
A poche centiaia di metri dalle auto un ultimo strappo in salita sugella la difficoltà del giro e l'ardore di chi ne è sopravvissuto. Sono quasi le 14h e dopo 32 chilometri e 5 ore in sella i nostri 7 bikers sono alle auto. In un silenzio dettato dalle poche energie smontano le bici, si salutano e si danno appuntamento alla prossima avventura ... forse.








































































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