L'epica traversata del Gran Sasso
- Alfonso Calabrese
- 5 lug 2019
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 10 ott 2019
Da alcuni anni si discuteva nel team se e quando effettuare un'escursione sul Gran Sasso. La distanza da Napoli non permetteva di effettuare un'escursione giornaliera; occorreva quindi dedicare un week end alla più alta cima dell'Appennino. Ogni anno si rimandava ed i pochi weekend dedicati interamente alla bici, furono organizzati o nella più vicina Roccaraso o per scoprire le mitiche Dolomiti. Finalmente, in questo torrido inizio di primavera, riusciamo a bloccare una data ed Alfonso si mette al lavoro per definire un programma degno della mitica cima del centro Italia.
Prologo
L'idea di base era di sfruttare la funivia di Campo Imperatore sul versante ovest, che ci avrebbe condotto a 2100m e poi lungo i sentieri CAI scendere alla base del massiccio sul versante est. Dopo un'attenta ricerca sul web, troviamo una traccia che dalle descrizioni del biker autore del percorso (lepinze75) sembra essere alla nostra portata. Al caro lepinze75 saranno fischiate molto le orecchie perché quello che vi stiamo per raccontare non è la solita escursione, più o meno complessa, ma una vera avventura dove l'happy end non era affatto scontata.
Ma procediamo con ordine. Alla convocazione per la nuova avventura rispondono presente: Roberto, nonostante i postumi di uno strappo in finale del torneo di calcio, Raimondo, in grande forma, Alfonso, fiero del progetto della traversata e il presidente Generoso, carico di energia in forma solida e distribuita su tutto il corpo. Al nocciolo duro si aggiungono Marino e Roberto (che chiameremo Rob2), grandi bikers marchigiani ed amici (almeno fino ad oggi) di Raimondo.

La Vigilia
La voglia di misurarsi con il Gran Sasso è grande. Il programma prevede di partire da Napoli venerdì 5 Maggio alle 16. Alle 16 in punto Alfonso è da Raimondo per caricare bici e bagagli. L'altra auto è quella di Roberto, che ha il medesimo appuntamento da Generoso. Come da tradizione è pesantemente in ritardo; arriva alle 16:50 da Gene che per recuperare ha la brillante idea di "tagliare" per la città. Il mostruoso traffico partenopeo, reso ancora più critico dalle Universiadi, ritarda ulteriormente i due atleti. Intanto Alfonso e Raimondo per ingannare il tempo tornano a Fuorigrotta per recuperare il supporto per la action cam.
Finalmente il team B&S si ritrova a Caserta Sud ed inizia il lungo viaggio verso le cime appenniniche. Nonostante il navigatore consigli il percorso più lungo (tutta autostrada via Roma Est) ma molto più breve (almeno 30 min), il presidente insiste per il percorso più breve (SS Sora Cassino). La sua intuizione ci consente di goderci un bel viaggio a bassa velocità, in coda e di arrivare dopo le 20 ad Assergi, a 2km dalla Funivia di Campo Imperatore. Dopo una cena non proprio indimenticabile nel borgo medioevale di Assergi, prendiamo possesso delle camere all'Hotel Giampy.

Marino e Rob2 ci attendono ad Isola del Gran Sasso (a 30km di autostrada da Assergi, in direzione Teramo): occorre infatti lasciare una o 2 auto ad Isola, da utilizzare come navetta di ritorno domani, in quanto la traversata non si chiude in un anello ma ci porterà dal versante ovest a quello est.
Marino, alla guida del suo furgone ultra attrezzato per le escursioni e dotato di navigatore di ultima generazione, sbaglia strada e non esce ad Isola.
Intanto Raimondo, alla guida dell'auto di Roberto ed Alfonso, alla guida della sua, imboccano l'autostrada per raggiungere Marino e Roberto: Alfonso dopo aver impostato il navigatore su Isola del Gran Sasso, preso da una strana illuminazione, sbaglia direzione e si dirige verso l'Aquila, seguito da uno sbigottito Raimondo. Insomma l'avventura non parte proprio con i giusti auspici. Alle 22.30 Marino e Roberto arrivano in Hotel e dopo pochi minuti fanno ritorno anche Alfonso e Raimondo, dopo un giretto lungo quanto inutile fino a l'Aquila.
A questo punto decidiamo di portare solo un'auto ad Isola del Gran Sasso. Raimondo ed Alfonso si rimettono in marcia per Isola. Questa volta Alfonso, affiancato in auto da Roberto che veglia sulla sua lucidità, imbocca l'uscita giusta e nel giro di 50 minuti i nostri eroi lasciano l'auto ad Isola e sono di ritorno al Giampy. Dopo aver risolto un ulteriore problema, ovvero come parcheggiare in sicurezza la preziosa bici di Marino ed aver deciso di lasciarla nel furgone chiuso a doppia mandata e con portellone schiacciato sulla porta del garage, andiamo finalmente a dormire.
Da Assergi a Campo Imperatore

Sono ancora le 7 del mattino quando nel dormiveglia avvertiamo un ronzio provenire dal cortile dell'albergo. Il presidente già pronto per l'avventura ciclistica sta giocando con il suo drone !

Ci prepariamo e dopo una veloce colazione iniziamo il setup delle bici. Regoliamo la pressione delle gomme, lubrifichiamo bene le catene e calibriamo i ciclocomputer. Dopo una foto aerea siamo pronti per iniziare l'epica traversata.


Dobbiamo percorrere da subito una dura salita per 3 km per raggiungere la funivia. Tra la comoda strada asfaltata ed un ripido sterrato scegliamo il secondo andando subito in carenza di ossigeno. Ma il primo ostacolo viene superato brillantemente dal gruppo che ... decide di tornare sull'asfalto.

Alla biglietteria abbiamo la scelta per un biglietto di viaggio singolo (12€) e quello giornaliero (20€). Dopo una veloce valutazione di gruppo, decidiamo di prendere quello giornaliero: siamo infatti certi di percorrere i 33km di "sola discesa" in poco più di due ore, largamente in tempo quindi di tornare e fare una nuova discesa sul versante ovest. Mai previsione fu pià sbagliata.



Durante l'ascesa facciamo conoscenza con un gruppo di biker pronti per un sentiero downhill. Raimondo lancia l'idea di accodarci ed effettuare una discesa per poi tornare su e riprendere la traversata. Siamo abbastanza perplessi: dalla cabina delle funivia scorgiamo il sentiero con pendenze da brivido. La decisione unanime quanto coraggiosa è di ... evitare guai e mantenere il piano iniziale. Arriviamo in vetta (2105 m) con inevitabile foto di gruppo.



Da Campo Imperatore al Rifugio Garibaldi

In coerenza con la tradizione decidiamo subito .... la prima variante alla traccia originaria: per il rifugio Duca degli Abruzzi, prima tappa della traversata, occorre inerpicarsi su un sentiero a zig zag per circa 1 km. Scorgiamo un sentiero parallelo alla cresta che ci consentirebbe di tagliare e non arrivare fino al rifugio. Compatti decidiamo per tale variante. Scopriremo dopo poche centinaia di metri quanto questa decisione sia stata sbagliata.





Il sentiero è largo poco più di un metro ed alla destra avvertiamo minacciosa e ripida la parete sud. I più coraggiosi tra noi pedalano con buon ritmo, altri lentamente, scendendo quando il sentiero si stringe. Quando però il sentiero comincia ad essere ripido è inevitabile scendere e camminare trascinando la bici. Dopo una stretta curva a sx si para davanti ai nostri occhi una parete quasi verticale: capiamo che dovremo arrampicarci con la bici sulle spalle.



Ci rendiamo conto che la scalata con bici al seguito rasenta l'impossibile, quando però come angeli scesi dal cielo, alcune guide alpine, in cammino con i tanti escursionisti trekking, si prendono cura delle nostre bici e in pochi minuti le portano in cima alla parete. Si avvalgono del prezioso aiuto Marino e Rob2 (con le loro e-bike da 25kg), Alfonso (esausto ed incapace di superare l'ultimo tratto) e Generoso, che oltra ad affidare la sua bici, viene rifocillato e preso per mano fino alla cresta !
Riposiamo alcuni minuti ed ammiriamo lo strepitoso panorama.









Dopo numerose foto con alle spalle uno scenario dolomitico, ci buttiamo lungo la cresta e prendiamo un veloce e pedalabile sentiero che in meno di 1km ci porta fino al rifugio Garibaldi.







Da dal Rifugio Garibaldi a Prati di Tivo

La traversata entra nel vivo. Lasciato il rifugio scendiamo lungo la valle per circa 3 km fino all'imbocco del canyon tra il Corno Grande (2912 m) e le cime di Intermesoli (2635 m). La prima parte del sentiero è scorrevole e scendiamo in scioltezza, dimenticando le difficoltà incontrate a Campo Imperatore.




Quando però ci immettiamo nel canyon il sentiero diventa più aspro: le numeroso frane creano ostacoli difficili da superare anche a piedi. Rallentiamo ed il gruppo si sgrana con Raimondo, Marino e Rob2 in testa, Alfonso e Roberto seguono a 5 minuti ed in coda Generoso, in evidente difficoltà.





Il paesaggio arido e roccioso muta gradualmente quando il sentiero costeggia un torrente. Cominciamo a scorgere qualche albero e il sentiero si fa più pedalabile. Dopo aver riempito le borracce da una sorgente, ci rimettiamo in sella su una ripida discesa con fondo ghiaioso. Genersoso cade rovinosamente ma si rialza e dopo aver ripreso fiato riprende stoicamente la discesa. Discesa che finisce ben presto per lasciare spazio ad una dura salita che dopo 2 km, faticosissimi ed interminabili, ci porta a Prati di Tivo.




Arrivati ai piedi del secondo impianto di risalita di giornata decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa di leggero e rinfrescarci con una bibita energetica dietetica. Queste erano le intenzioni che si infrangono sul menu casereccio; andiamo di antipasti di affettati e poi di bucatini alla amatriciana, tagliatelle al tartufo e funghi il tutto innaffiato da ottima birra artigianale.
A fine pasto non possiamo non fare una breve pennica prima di affrontare gli ultimi 18 km che ci separano dalla meta, ad Isola del Gran Sasso.


Da da Prati di Tivo ad Isola del Gran Sasso

Saltiamo sull'ovovia che in pochi minuti ci riporta a quota 1800 m. Qui dopo una nuova sequenza fotografica, con alle spalle l'imponente Corno Grande, prendiamo un sentiero in direzione nord est.





Viaggiamo lungo la cresta sul versante est e perdiamo contatto con il nostro sentiero. Trasciniamo nuovamente le bici e cominciamo a sentore la stanchezza. Dall'alto Generoso, nuovamente in coda, comincia a sclerare: "ora basta ... voi andate avanti io me ne torno a Napoli". Ovviamente nel mezzo del nulla, con il suo nuovo Garmin bloccato non sarebbe stato in grado di tornare nel mondo civile. Con serenità e calma lo convinciamo a seguirci ed avere fiducia. Dopo un'ora di cammino ritroviamo il sentiero pedalabile ed ancora scorci da cartolina.

Ci buttiamo poi in una ripida discesa lungo un largo sentiero coperto da erba su cui possiamo finalmente lanciare a tutta velocità le nostre MTB. Dopo alcuni tornanti ed un tratto colmo di fango ci blocchiamo: il sentiero è occupato da una numerosa mandria di mucche al pascolo allo stato brado.







Superata non senza difficoltà la mandria, ci immettiamo in uno stretto sentiero ripido ed irto di rovi e massi. Bici a terra, occorre ancora camminare per quasi 3 km. Volgendo lo sguardo verso valle, scorgiamo in lontananza i viadotti dell'autostrada ed i primi nuclei abitati. Ci rendiamo conto che siamo ancora molto in alto ed in riserva rossa di energie. Ci ricompattiamo e ci facciamo coraggio.
Sfiniti dopo quasi 2 ore (ed 8h in totale) arriviamo a valle e, dopo un ultimo veloce sterrato, arriviamo stanchi ma orgogliosi ad Isola del Gran Sasso. L'avventura è finita: abbiamo superato mille difficoltà ma avremo qualcosa da raccontare ai nipotini !








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