Dolomiti GT 2018
- Alfonso Calabrese
- 6 set 2018
- Tempo di lettura: 11 min
Aggiornamento: 4 nov 2023
L’idea del giro dolomitico era stata lanciata più volte negli ultimi anni. Ma la distanza, le complessità logistiche ed i mille impegni di ciascuno avevano fatto naufragare miseramente ogni ipotesi. Finalmente nello scorso giugno la voglia di confrontarsi con la catena montuosa più famosa al modo ha finalmente destato il team dal torpore, che lo aveva avvolto in questa prima parte del 2018. In pochi giorni il programma è stato tirato giù grazie alla enciclopedica conoscenza dei luoghi di Roberto, alla minuziosa ricerca topografica di Alfonso e alle numerose idee (quasi tutte irrealizzabili) del Presidente Generoso. Il gruppo composto da Raimondo, Nicola, Alfonso, Roberto e Generoso, dopo estenuanti meeting via WhatsApp, è arrivato ad una quasi perfetta unità d’intenti: 4 giorni ad inizio settembre, percorso di circa 160km, utilizzo degli impianti di risalita e notti in rifugio. Dopo attenta valutazione del meteo e delle difficoltà del tracciato, l’idea iniziale del bagaglio al seguito "on the bike" è stata scartata, privilegiando quindi un servizio di trasporto motorizzato tra le varie locations.

Un punto è invece stato oggetto di continui dibattiti, riflessioni, valutazioni: utilizzare bike muscolari o elettriche. Il team si è spaccato in 2: Nicola, Raimondo ed Alfonso per le muscolari, Generoso per l’elettrica e Roberto in zona di diplomatica incertezza. Su questo delicato punto torneremo più avanti in questo racconto.
PS. L’intero book fotografico della 4 giorni, qui riportato solo in piccola parte, è disponibile al seguente link
La preparazione
Nonostante l’utilizzo degli impianti, il giro prevede più di 160km pedalati e oltre 2000m di ascesa in sella, ripartiti in 4 giorni. Il team è conscio del fatto che va messa a punto una preparazione mirata ad alleggerire il fisico (dieta) e potenziare la muscolatura (km da percorrere nel periodo estivo). Chi vi scrive non ha la certezza del programma svolto da ogni membro, ma a giudicare dai problemi riscontrati, possiamo dedurre che l’estate sia stata utilizzata per l’ingrasso e riposo totale. Più attenzione è stata posta da parte di tutti per assemblare il corredo: abbigliamento per 4 gg di montagna, nessuna possibilità di lavare in loco, tutto da condensare in un volume di un trolley piccolo. Seppur arduo, il dilemma "aristotelico-euclideo" è stato risolto da tutti in modo brillante e già da settimane il corredo era pronto per la grande avventura.
La partenza
Gli orari definiti per i trasferimenti sono comodi e compatibili con l’età non più verde dei partecipanti: giovedì 6 settembre, sveglia ore 3 AM e volo ore 6 !!!
Anche Alfonso, il solo a raggiungere la regione alpina in auto dalla Liguria con bici al seguito, si mette in auto prima dell’alba. Per tutti il rendez-vous è a Canazei ore 12. A giudicare dai sorrisi, gli orari non sembrano aver turbato più di tanto i nostri eroi (eccezion fatta per il buon Nicola che, provenendo da Caserta, ha anticipato di un'altra ora la sveglia).


Mentre Alfonso percorre i sui 450km in linea con il programma, i 4 eroi provenienti da Napoli atterrano a Treviso in orario per poi percorrere il loro tratto finale in auto. Nonostante la perfetta conoscenza del percorso, 4 navigatori su altrettanti smartphone più quello in dotazione all'auto a noleggio, arriveranno con oltre un’ora di ritardo. Giunti al nolo bike (Peak Sport Adventure, Canazei) Raimondo riceve una bike provvisoria, da sostituire in serata, Generoso conferma la scelta dell’elettrico; Nicola ed alla fine anche Roberto prendono una muscolare. Tutto il team si dirige a Campitello di Fassa e, scaricati i bagagli al primo hotel (Garni Aritz), alle 14 in punto il team è pronto per iniziare l’avventura.
Primo giorno – Su e giù per il Col Rodella
29,6 Km; 200 mD+; traccia Per saggiare la risposta delle bike prese a noleggio e soprattutto delle gambe, intorpidite dal viaggio e dal lungo periodo di inattività estiva, il programma prevede una salita motorizzata sul Col Rodella ed una discesa lungo un single track denominato sulle OpenStreetMap MTB1.

Dopo aver perfezionato l’acquisto della Dolomiti SummerCard (107€/persona, 3 gg con accesso illimitato ad impianti con bike al seguito), sotto una leggera pioggerellina, comincia il primo trasferimento.

Arrivati in quota ci accorgiamo che l’estate da queste parti è finita già da un bel pezzo: indossiamo k-way e cominciamo a cercare il percorso per la discesa. Come da consolidata tradizione pluriennale del team B&S, nonostante la traccia gps, si apre una lunga discussione su quale sentiero intraprendere. 5 bikers e 5 opinioni diverse. In effetti la traccia MTB1 parte da un sentiero chiuso da un cancelletto. Dopo almeno 20 minuti di considerazioni ciclistico-legali sulla violazione di suolo privato, ci accorgiamo come il cancello sia solo accostato. Lo apriamo ed iniziamo il giro; pedaliamo per 5 minuti giusto il tempo di registrare le prime 2 cadute di Raimondo e Nicola. Pur a velocità moderata entrambe sembrano essere abbastanza serie: Raimondo lamenta un dolore al fianco e Nicola riporta una forte contusione al polso destro. Dopo qualche minuto ripartiamo … a piedi. Questa traccia MTB1 si rivela un bellissimo sentiero per il trekking ma non pedalabile. Passiamo quasi un’ora con bicicletta a terra o in spalla per affrontare una dura discesa, in gran parte lungo il letto roccioso di un ruscello. Il cielo è plumbeo ed il panorama è quindi poco godibile. Alfonso, da sempre in carica della definizione dei sentieri, riceve le prime occhiatacce da parte del team. Verso le 15.30 siamo di nuovo all'impianto a valle e decidiamo di risalire per affrontare la discesa dal versante di Canazei. Anche stavolta parte una accesa discussione che ci porta lungo un trail, migliore del precedente, che nell'ultimo tratto (dopo alcuni km di salita, in parte anche del 15%) ci regala delle belle emozioni.








Alle 18.00 siamo a Canazei, dove Raimondo effettua la prevista sostituzione della bike. Alla spicciolata, su pista ciclabile, arriviamo in Hotel a Campitello, dove ci infiliamo nella modesta ma quanto mai opportuna zona relax e sauna. Il primo pomeriggio non è stato del tutto tranquillo: Nicola è dolorante al polso, Raimondo (partito in quota con abbigliamento ferragostano) ha patito il freddo e già in serata avverte febbre e spossatezza (fondamentale sarà la scorta di tachipirina portata dal previdente Alfonso). Alfonso è già stanco, Roberto non mostra particolari problemi ma neanche la solita spavalderia ed il Presidente ha le braccia doloranti per il porting fatto in discesa della sua snella e-bike (24kg). Per la serata la scelta è caduta su un ristorante tipico, El Pael a Canazei. Seduti al tavolo, il presidente comincia a commentare negativamente i vini proposti, per poi scoprire che stavamo parlando con il proprietario del ristorante, Roberto Anesi, eletto nel 2017 miglior sommelier d’Italia. Rapido dietrofront sulle valutazioni, e grazie alle capacità diplomatiche di Roberto, oltre ad evitare una una figura di m...., riusciamo a strappare addirittura un invito alla manifestazione enologica in programma ad Ottobre a Napoli, come ospiti speciali proprio di Roberto Anesi. Ottima cena e ottimo vino. Qui il selfie di gruppo con il campione e il tastevin d'oro!

Secondo giorno – Mezzo Sellaronda e deviazione verso Cortina d’Ampezzo al rifugio Scoiattoli 54 Km; 810 mD+ (pedalati); traccia Alla colazione, ore 8, si presenta un gruppo pronto per l’avventura: tutti hanno smaltito le prime difficoltà del Col Rodella e anche Raimondo, con un numero non noto di Tachipirine 1000 in circolo, sembra essere in buona forma. Effettuiamo il check out dell’hotel e lasciamo i bagagli al prezioso Taxi che li trasporterà fino alla prossima tappa. Il programma di oggi prevede 54km: partendo dal Col Rodella, Selva Val Gardena, Colfosco, Corvara, Alta Via, San Cassiano, Passo Valparola e per finire alle 5 Torri.

Scesi dalla funivia del Col Rodella il team si separa: il Presidente ha dimenticato alcuni preziosi accessori in hotel. Essendo dotato di e-bike può prcedere a velocità doppia, decidiamo quindi di incamminarci e, lanciandoci nella fittissima nebbia, sperare di ritrovarlo ai piedi del prossimo impianto (Dantercepies). La mattina è fredda e la pioggia è battente: procediamo lungo un trail poco battuto e pieno di pozzanghere e fango. Ben presto ci immettiamo nel percorso Sellaronda Hero. Come previsto Generoso ci riprende ed il team si ricompatta quasi subito.







La discesa incrocia la parte finale del bike park Pitz Seteur: l’impavido Raimondo decide di seguire l’istinto e si scatena nelle curve paraboliche. Ci ritroviamo alla fine del percorso del park e decidiamo di prendere l’impianto di Plan de Gralba e rifare insieme tutto il bike park. La pioggia ha reso viscido il percorso, che ad ogni modo è manutenuto impeccabilmente e ci regala 10 minuti di pura adrenalina.



Il tempo scorre veloce e sappiamo che la deadline è fissata alle 17:00, orario di chiusura dell’ultimo impianto che ci porterà al rifugio Scoiattoli. Controvoglia quindi decidiamo di non effettuare una nuova discesa del Pitz Seteur e procediamo quindi di buona lena fino alla cabinovia Dantercepies. Nella stazione a monte, a 2500 m slm è d’obbligo una sosta al rifugio dove Roberto comincia il suo tour gastronomico parallelo, assaggiando il primo tiramisù (dei 28 totali, secondo una stima per difetto fatta a fine avventura).



Si scende per un secondo bike park, bello e altrettanto adrenalinico. Nonostante le velocità sostenute e le numerose curve paraboliche, non si registrano nuove cadute.


Presi altri 2 impianti (Col Alt e Baida Fraida) verso le 13.30 arriviamo ad un rifugio in zona Corvara e decidiamo di consumare un frugale pasto (si omette la lista delle portate per brevità, di cui fa parte l’ennesimo tiramisù per Roberto). Dopo una dissertazione inerente il Ladino e le sue differenze semantiche tra le singole valli, che vede Roberto protagonista con la locandiera (vestita in tipico abito tirolese) e dopo i numerosi e vani tentativi di abbordaggio della di lei 70enne mamma subiti da un allibito ed incolpevole Generoso, ci rimettiamo in sella. Le 17.00 si avvicinano e Roberto decide di prendere una scorciatoia: i 30 minuti successivi ci vedono scalare una salita al 18% ed assistere al passaggio a valle di altri bikers che in tutta tranquillità hanno seguito la strada maestra.




Scendiamo verso San Cassiano, e, abbandonato lo sterrato, arriviamo ai piedi della lunga salita (10km) di Passo Valparola. Ci rendiamo subito conto di aver fatto male i conti: Alfonso è molto provato e dopo 2 km rallenta il ritmo. Manca poco meno di 1h alle 17.00 ed è chiaro che al ritmo attuale sarebbe impossibile prendere l’impianto per le 5 Torri. "Santo" Google viene in nostro aiuto: “Taxi, San Cassiano” sono le 3 parole magiche che ci consentono di trovare un valido autista che con un paio di viaggi, ci consente di scollinare ed arrivare alle 16.59 ai piedi dell’impianto 5 Torri.








Il rifugio è accogliente e minimalista (5 letti in 3,5 mq), 3 bagni in comune con altri 20 ospiti. Il panorama è però impagabile, così come la cena di ottima qualità (eccetto il vino, bocciato sonoramente dal Presidente). Siamo abbastanza stanchi e ci ritiriamo in camera: Alfonso ha un attacco febbrile e comincia un’alternanza di tremori e crampi che dureranno gran parte della notte. Raimondo è una stufa e la scorta di Tachipirine è ai minimi. Anche Generoso deve far ricorso a dei pasticconi (le cui proprietà curative sono alquanto misteriose). Nicola si lamenta in silenzio del suo povero polso. Roberto soffre in silenzio. In tutti c’è la consapevolezza che l’indomani si dovrà affrontare il giorno più duro con 1300 metri di ascesa su sterrato!

Terzo giorno – 5 Torri, Cortina, giro delle Tofàne fino a Col Fosco, Rifugio Pralongià
50 Km; 1289mD+(pedalati); traccia
Il sabato 8 settembre ci accoglie con un’alba spettacolare; le nubi che avvolgevano le guglie Dolomitiche si sono diradate e con esse anche la stanchezza dai nostri corpi (o almeno così pensavamo quella mattina). I dubbi se proseguire o meno sono fugati: alle 7.30 siamo tutti compatti nella sala colazione, il cui buffet viene praticamente ripulito dopo il nostro passaggio. Ci mettiamo in sella e affrontiamo la lunga discesa fino a Cortina. Poi ci attender l'incognita delle Tofane.







Arrivati a Cortina e fatto rifornimento di acqua, caffè e Tachipirina, proseguiamo in direzione Nord. Qui si registra il primo misunderstanding: il Presidente, forte della sua motocicletta (pardon volevo dire e-bike), precede di molto il gruppo, mentre Raimondo, già affaticato dalla febbre notturna, viene distanziato. Alfonso, Roberto e Nicola dopo aver atteso Raimondo decidono di lasciare l’asfalto e proseguire lungo la ciclabile, fermandosi ad aspettare ancora Raimondo in un punto cieco e non visibile dalla strada. Raimondo, non vedendoli, prosegue su asfalto coprendo inutilmente e pericolosamente 4km di strada con auto ad alta velocità. Dopo esserci ritrovati e aver chiarito il tutto, il gruppo prosegue lungo piste ciclabili che attraversano un aeroporto abbandonato ed un bosco ai margini di un torrente dalle acque di un celeste quasi irreale.











Entriamo in un nuovo bosco dove, tra gole e cascate, incrociamo molti biker in discesa. Ci fermiamo a chiacchierare ed illustriamo il nostro piano, ovvero la salita fino al Rifugio alla Piana de Fànes. Un biker con smanicato giallo ("puoz’ itta’ o belen’", diranno poi i nostri eroi in coro) ci rassicura sul fatto che la salita è tosta ma fattibile in un paio di ore. Qui inizia invece la più dura salita della nostra esperienza di biker. Generoso, Roberto e Nicola procedono, mentre Alfonso e Raimondo cominciano a sentire il peso della febbre avuta durante la notte.
Il gruppo si spacca, sono le 13.30 e solo alle 18.30 avranno modo di comunicare e avere notizie l’uno dell’altro. Per la quasi totalità del trail non c’è copertura GSM e Alfonso e Raimondo viaggiano ad un 1/3 della velocità degli altri. La scorta d'acqua è finita e i due decidono di abbeverarsi al fiume. Mentre i 3 consumano un bel piatto di uova, patate e speck al rifugio Flànes, Alfonso e Raimondo lungo la salita, con il supporto di un panino, 4 barrette e 2 bustine di zucchero, superano almeno 4 crisi ipoglicemiche. Arrivano al rifugio alle 16.30, dove hanno notizia dal locandiere che alle 15 i 3 hanno lasciato il rifugio per iniziare la discesa.
L’energia è quasi terminata e Raimondo chiede se fosse possibile dormire lì al Rifugio tra le Tofàne. Dopo aver ricevuto un secco no, anche alla richiesta della disponibilità di una stalla, decidiamo di completare il giro, sperando che la discesa sia vicina. Lo era, ma non si trattava di una discesa pedalabile ma di una infinita scalinata scolpita nella roccia. Si omettono, per rispetto al lettore, gli improperi rivolti nell’ordine a: 1) chi ha pubblicato questa traccia come pedalabile; 2) al biker con lo smanicato giallo; 3) ai 3 di testa che non hanno ritenuto opportuno aspettare il resto del gruppo.




Generoso, Roberto e Nicola, nonostante la foratura di Roberto, riescono a raggiungere alle 17.25 l'impianto Piz Sorega e quindi ad arrivare al rifugio Pralongià come da programma. Probabilmente spinti dal rimorso di aver abbandonato i compagni a 2000m, febbricitanti, esausti e nel mezzo del nulla, organizzano una jeep che preleva Raimondo ed Alfonso ai piedi dell’impianto. Questi ultimi arrivano in stato di pre-coma all'appuntamento con la jeep alle 18.30 ed alli rifugio verso le 19.20.



La cena al Rifugio Pralongià serve per i necessari e quanto mai opportuni chiarimenti sull'accaduto. L'atmosfera è tesa e quando viene toccato il punto sulla scelta della muscolare e non della e-bike, rischia di degenerare. Un velo di amarezza ci accompagna fino al dessert (tiramisù tanto per cambiare) ed ci conduce ad un sonno ristoratore, del fisico e questa volta anche della mente.
Quarto giorno – dal Rifugio Pralongià a Canazei, lungo il SellaRonda Hero
27 km; 300m D+ (pedalati); traccia
Anche stavolta il risveglio a 2000m è foriero di buonumore. Altra lauta colazione e preparazione dell’ultimo percorso di quest’avventura, breve ma forse il più spettacolare in termini di trails e di scenari. Il primo mattino è caratterizzato da problemi tecnici: Generoso ha i freni anteriori KO e quindi organizza un pitstop in zona Campolongo. Raimondo fora e la sostituzione della camera d’aria è quanto mai complicata, essendo il copertone quasi sigillato al cerchio.





La giornata è limpida e lo scenario della Marmolada e del gruppo Sella è strepitoso. Saliamo con l’impianto Porta Vescovo, e veniamo abbagliati dallo spettacolare ghiacciaio della Marmolada.








Dopo una dura discesa, intervallata da spettacolari single track, arriviamo all'impianto Fodom. Dalla cabinovia scorgiamo l’ennisimo bike park, che decidiamo di percorrere a tutta. Qui nella parte finale si registra una mancata caduta di Alfonso, la cui bike si solleva nella parte anteriore proiettando il povero contro una grossa roccia. Il volo non si compie per una miracolosa mano che dall'alto rimette in assetto la bici (esiste il santo protettore dei bikers). Preso nuovamente l’impianto Fodom, ci fermiamo davanti al mitico Passo Pordoi.








Dal passo ci immettiamo in un duro e molto tecnico single track che, tra passaggi tra rocce e radici e tratti a strapiombo, ci porta fino a Canazei. I nostri arrivano nella ridente cittadina mentre si sta svolgendo una festa tipica, con musica, parate, salsicce e birra a fiumi.










Arrivati a Canazei e riconsegnate le bikes dei “napoletani”, Alfonso si dirige con la sua bike all’hotel per poi tornare in auto a prelevare il resto del team. Vinti dalla fame e dall’atmosfera della festa i 4 bikers, capitanati dall’oramai sereno Raimondo, decidono di fermarsi a mangiare, “appendendo” il povero Alfonso che è impossibilitato a raggiungerli, essendo tutte le strade chiuse al traffico. Il tema si ritrova verso le 15 e dopo aver consegnato un panino di “scuse” ad Alfonso si dirige all’hotel per le opportune docce.
Purtroppo l’avventura è finita ed un ultimo caffè sulla strada del ritorno sigilla questi momenti di fatica, stupore, adrenalina, risate, rabbia ed amicizia. Alla prossima avventura del fantastico team Bike&Ski !!!!

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