Il cratere di monte Gauro
- Alfonso Calabrese
- 1 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
In linea con le indicazioni dell'ultimo DPCM, occorre restare nella propria provincia. Per questo weekend decidiamo di dedicarci all'esplorazione di uno dei monti più visitati nel passato, che però abbiamo sempre percorso seguendo lo stesso sentiero. Raimondo ed Alfonso si ritrovano alle 8 a Fuorigrotta per poi proseguire verso Pozzuoli dove alle 8.30 dovrebbero incontrare Roberto. Il condizionale è d'obbligo perché il buon Roberto, tradito dai bagordi culinari romani del giorno prima ha passato una nottataccia ed è quindi in ritardo. Decidiamo di prendere un caffè e poi vederci lungo la strada.

Ci ritroviamo alla rotonda alla fine di via Campana Vecchia. Dopo aver verificato che Roberto sia in condizione di poter pedalare, ci dirigiamo a buon ritmo verso Quarto che raggiungiamo poco dopo le 9. Qui attendiamo Mario, che però ci informa di non poter essere tra noi quest'oggi.
Ad ottimo ritmo guadagniamo in meno di 40 minuti la vetta, dove troviamo una 20 di bikers pronti alla discesa ed ad uno dei quali chiediamo il favore di una foto.

L'idea di scendere per poi risalire il monte Barbaro viene subito bocciata da Raimondo che vorrebbe rientrare presto (ma sappiamo che la vera ragione è che la sua condizione atletica è ai minimi storici).
Ad ogni modo scendiamo per il sentiero fatto mille volte per poi valutare altre varianti.
Arrivati a valle, proviamo un nuovo sentiero che ci riporte su, sul bordo del vulcano versante sud. Non riusciamo però a completare il periplo in quanto dovremmo attraversare un fondo privato, ben presidiato da un cane di una taglia tale da scoraggiare sul nascere ogni nostro tentativo.
Torniamo indietro e percorriamo nuovamente la via Campana vecchia e sue tante testimonianze di epoca romana, fino al maestoso anfiteatro Flavio puteolano.
Qui decidiamo di scendere a Via Napoli percorrendo le scale panoramiche. Giunti sul lungomare ci dividiamo. Altra bella giornata in sella alle nostre amate mtb.
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